Papa, torna la fronda anti-Francesco: un falso Osservatore via mail

Papa, torna la fronda anti-Francesco: un falso Osservatore via mail
CITTÀ DEL VATICANO - Un’altra brutta sorpresa per Papa Francesco. A meno di una settimana dai manifesti anti-Bergoglio affissi abusivamente in diversi quartieri...

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CITTÀ DEL VATICANO - Un’altra brutta sorpresa per Papa Francesco. A meno di una settimana dai manifesti anti-Bergoglio affissi abusivamente in diversi quartieri romani, i maldipancia delle frange più ortodosse della curia e del mondo cattolico, si sono ripresentati. Segno che il malessere è più persistente di quanto non si voglia fare apparire e che, proprio per questo, forse non andrebbe liquidato come un nonnulla, ridimensionato a una boutade priva di effetti. Stavolta la ribellione carsica, sotterranea, e ancora una volta anonima, ha preso la forma della satira velenosa, feroce, graffiante. La Pasquinata 2.0 è stata recapitata in questi giorni all’indirizzo email di diversi monsignori, cardinali, vescovi e gentiluomini.


SI SI, NO NO
Un dileggio sarcastico tutto incentrato sul silenzio di Papa Francesco nei confronti dei quattro cardinali dei «dubia» – Burke, Meissner, Brandmueller, Caffarra - i cui dubbi dottrinali sulle aperture alla comunione ai divorziati risposati hanno aperto un dibattito interno serrato, senza esclusione di colpi bassi. I porporati dei «dubia», nel settembre scorso, avevano rivolto al Papa una lettera pubblica contenente cinque domande basate sulle «contraddizioni» contenute nell’Amoris Laetitia, il documento post sinodale frutto dei due sinodi sulla famiglia. Le domande erano state formulate in modo tale da esigere due risposte, un si, oppure un no. Mai prima d’ora un documento papale sull’amore aveva prodotto tante fratture, incomprensioni e amarezze. Il cardinale Burke piuttosto spazientito dal fatto che Francesco a dicembre non aveva ancora risposto ai «fratelli cardinali», aveva ipotizzato una specie di ultimatum, mettendo in evidenza che un pontefice in errore (su questioni di fede) poteva essere corretto mediante una procedura utilizzata anche nei secoli passati. Tutto prende l’avvio da questo. Ciò che sta girando via mail è una copia perfetta, in formato Pdf, dell’Osservatore Romano, intitolata a caratteri cubitali: «Ha risposto!» «Francesco ha rotto il silenzio sui dubia dei quattro cardinali. Sia il vostro parlare si si no no. Detto e fatto, ecco i cinque “sic et non” con cui il Papa ha chiarito ogni dubbio. Spiegati ciascuno con proposizioni riprese dal suo precedente inequivocabile Magistero».

Per ognuna delle cinque domande il Papa, invece che rispondere affermativamente o negativamente, offre una versione ambigua. E replica: «Si e no». Chi ha redatto i testi e la grafica del fake oltre a conoscere perfettamente la terminologia e la struttura dei documenti, ha voluto mettere in evidenza lo zibaldone sollevato. Per esempio il terzo dubbio. «Dopo l’Amoris Laetitia si può ancora ritenere che una persona che vive in stato di adulterio si trova in una situazione oggettiva di peccato grave abituale?» Nel finto giornale vaticano il Papa risponde con una sua frase (vera) pronunciata il 16 giugno dell’anno scorso. «Con l’adultera Gesù fa un po’ lo scemo, lascia passare il tempo, scrive per terra, e poi: il primo di voi che non ha peccato scagli la prima pietra. E la morale quale era? Era da lapidarla, ma Gesù aggira la morale. Questo ci fa pensare che non si può parlare di rigidità». La prima pagina del quotidiano è corredata da altri articoli satirici.

Per esempio l’immediata presa di posizione del cardinale Kasper e del gesuita padre Spadaro, due dei consulenti più ascoltati di Papa Bergoglio. Kasper saputo delle risposte del pontefice cade in ginocchio. «Lo confesso, stare in ginocchio è un po’ scomodo, ma è questa la sola giusta posizione in cui ci si deve mettere mentre si leggono le rasserenanti risposte papali ai cardinali dubbiosi». Più ingarbugliata la parte di Spadaro: «Dopo queste risposte, 2 più 2 fa cinque, come avevo già profetizzato in un mio tweet alla vigilia dell’Epifania». Seguono altri articoli graffianti, anche di dubbio gusto, come la scomparsa del cardinale Pio Vito Pinto (che nella realtà non è cardinale ma solo Decano della Rota uscente), una figura centrale alla quale Papa Bergoglio si è affidato sin dall’inizio per concretizzare la riforma sul matrimonio.

LA “SCOMPARSA”

Un processo complicato che sin dal primo momento ha presentato problemi, tanto che sono stati necessari due diversi Motu Prorpio per garantire un certo assestamento. L’ironia di Pasquino 2.0 non poteva che abbattersi anche su Vito Pinto. «Dall’alba di stamane si sono perse le tracce del Cardinale Pinto, decano del tribunale della Rota Romana. Di buon mattino gli era stata recapitata da Casa Santa Marta una busta con le risposte ai dubia dei quattro Cardinali, che Papa Francesco si apprestava a rendere pubbliche in giornata. Il Cardinale aprì la busta, lesse le risposte del Papa ed esclamò con visibile compiacimento: «Più chiaro di così si muore!». Dopo di che scomparve. Questo è ciò che ha testimoniato la governante del porporato, interrogata da un ufficiale della gendarmeria pontificia». La pasquinata via web è finita al centro di chiacchiere e commenti. Forse non saranno tornati i corvi del passato, non più identificabili nei leaks, nelle fuoriuscite di materiale scottante dalle sacre stanze per opera di mani complici, stavolta è solo il dissenso che ha oltrepassato Porta Sant’Anna.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero