Il Papa vuole andare in Sud Sudan per fermare la guerra e l'esodo dei migranti in Europa

Il Papa vuole andare in Sud Sudan per fermare la guerra e l'esodo dei migranti in Europa
Città del Vaticano - “Il Papa vuole venire in Sud Sudan, ce lo ha detto stamattina. «Voglio visitare presto il Sudan». Ci sono le condizioni per farlo non...

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Città del Vaticano - “Il Papa vuole venire in Sud Sudan, ce lo ha detto stamattina. «Voglio visitare presto il Sudan». Ci sono le condizioni per farlo non è una utopia. Lo hanno invitato congiuntamente tutti i leader politici e religiosi, musulmani e cristiani, tutti. Abbiamo bisogno di lui per fermare la guerra tribale. Se venisse fermata si fermerebbe anche l'esodo verso l'Europa”. Il vescovo di Juba, Paolino Lukudu Loro, è reduce da una lunga udienza con Francesco a Santa Marta assieme al vescovo  della Chiesa episcopaliana sudanese, il reverendo Daniel Deng Bul Yak, e il  moderatore della Chiesa presbiteriana, reverendo Peter Gai Lual  Marrow. “Gli abbiamo illustrato nel dettagio quale fosse la situazione nel Paese adesso. C’è la guerra, ci sono uccisioni, c’è ovunque morte, ci sono situazioni non più sostenibili. La gente non ne può proprio più. La gente sente che non c’è  un governo, e che anche se c’è è come se fosse assente,  c’è paura, tanta paura!".


Paolino Luduku Loro espone le conseguenze più drammatiche di uno scontro tribale che rischia di coinvolgere le oltre 60 differenti tribù, di cui le maggiori i Dinka, a cui appartiene il presidente, e i Nuer a cui appartiene il vice presidente. “Non si tratta di scontri tra musulmani e cristiani. Quelli sono superati. Si tratta di una guerra interetnica, la religione non c'entra affatto. Il valore degli uomini sembra minore al valore delle bestie, e così la sicurezza per la gente è sempre a rischio, basta un nulla per essere uccisi”.


Per questo da qualche tempo in qua si è intensificata l’emigrazione. Un fenomeno in crescita. Uomini e donne se possono fuggire si organizzano e lo fanno, anche se il viaggio è rischioso e pieno di pericoli. C’è chi sceglie la via del Sud, per finire in Uganda, dove forse si sta un po’ meglio, oppure optano la via della capitale Karthoum, il Nord del Sudan, prima tappa per poi passare in Libia e in Egitto che hanno confini porosi in mano a bande e miliziani. “L’esodo è una diretta conseguenza di questi segni di guerra, c’è una grande confusione e per questo la gente fugge. Se qualcuno non ci aiuterà l’emigrazione continuerà sempre più massiccia in Italia e in Europa. Aiutateci”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero