Papa Francesco: Respingere i migranti è un atto di guerra»

Papa Francesco: Respingere i migranti è un atto di guerra»
«Pensiamo a quei nostri fratelli Rohingya che sono stati cacciati via da un Paese, da un altro, da un altro ancora. E che vanno sul mare». ...

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«Pensiamo a quei nostri fratelli Rohingya che sono stati cacciati via da un Paese, da un altro, da un altro ancora. E che vanno sul mare».


Papa Francesco si rivolgendosi ai circa 1.500 ragazzi del Meg, il Movimento eucaristico giovanile, convenuti a Roma per l'incontro mondiale promosso dai gesuiti, ricevuti in udienza nell'aula Paolo VI in Vaticano. Si riferisce ai migranti Rohingya che sono stati respinti nelle scorse settimane da Birmania, Malesia, Thailandia e Indonesia.



«Quando arrivano poi a un porto - aggiunge - a una spiaggia, gli danno un po' d'acqua, un po' da mangiare e li ricacciano via sul mare. Questo è un conflitto non risolto, questo è guerra, questo si chiama violenza, si chiama uccidere».



Il Papa affronta i temi del conflitto, del rispetto, del dialogo e dell'incontro con Gesù. «Soltanto in paradiso non ci saranno i conflitti». «Cosa sarebbe una famiglia, una società senza conflitti? Sarebbe un cimitero, perchè soltanto nelle cose morte non ci sono conflitti e tensioni».



Papa Francesco, per circa quaranta minuti, ha risposto alle domande postegli da una ragazza italiana di colore, Nagat, da Gregorio, indonesiano, da Pisulù, da Taiwan, della francese Louise e dell'argentino Augustin. Ognuno di loro ha rivolto un quesito nella propria lingua, senza traduzione, e il Papa seguiva il testo. Dopo la domanda ogni ragazza e ragazzo ha abbracciato papa Francesco e scambiato qualche parola con lui. Prima delle domande, c'è stato il saluto del generale dei gesuiti, Adolfo Nicols, (il Meg è uno dei movimenti che si richiamano alla spiritualità di Ignazio di Loyola, fondatore dei gesuiti, ndr). «Durante il sinodo dei vescovi dell'Asia - ha ricordato padre Nicolas nel saluto a papa Bergoglio - il cardinale Ratzinger ha detto che l'eucaristia è l'unica struttura della Chiesa che è essenziale, è necessaria; questi giovani vogliono vivere l'eucaristia nella vita ordinaria e allora offrono alla Chiesa un servizio inestimabile, credo - ha rimarcato Nicolas - sia una buona opportunità incontrare il padre della Chiesa e essere incoaggiati vivere la eucaristia nella vita ordinaria, voglio ringraziarla per questa presenza e per questo incontro, grazie tante». Il Meg raggruppa oltre un milione di ragazzi nel mondo, in questi giorni a Roma per il centenario ci sono 1500 giovani con 35 delegazioni nazionali e 600 famiglie del Meg-Italia.




«Coraggio e avanti!». Con questa esortazione, Papa Francesco ha poi concluso la sua udienza con i giovani del Meg che invita a «non andare in pensione a 20 anni», mantenendo sempre vivo il loro entusiasmo, sorretto da una giusta tensione. Al termine del discorso rivolto 'a braccio' ai giovani, il Papa afferma: «Avevo il foglio con le vostre domande scritte, ma non le ho lette prima, vi ho parlato con le parole che mi sono venute al momento dal cuore».


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Il Messaggero