Il Papa alle guardie svizzere, tenete in tasca un rosario durante il picchetto

Il Papa alle guardie svizzere, tenete in tasca un rosario durante il picchetto
CITTA' DEL VATICANO - Certamente usano le arti marziali, gli ultimi modelli di pistole e mitra, così come le tecniche per individuare i soggetti potenzialmente pericolosi tra...

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CITTA' DEL VATICANO - Certamente usano le arti marziali, gli ultimi modelli di pistole e mitra, così come le tecniche per individuare i soggetti potenzialmente pericolosi tra la folla; ogni giorno, inoltre, vengono sottoposti a una dura disciplina. Militari molto speciali, però, perché le guardie svizzere, i soldati del Papa, alla normale preparazione marziale uniscono una forte spiritualità. In tasca, quando montano di guardia, devono tenere una corona del rosario da sgranare mentre il tempo passa lento e le folle dei pellegrini passano davanti agli ingressi principali del piccolo Stato vaticano.




Una Guardia Svizzera, ha detto il Papa stamattina, durante una udienza ai suoi soldati, «è una persona che veramente cerca di seguire il Signore Gesù e che ama in modo particolare la Chiesa, è un cristiano con una fede genuina». L’identikit che ne è seguito è suggestivo. Dovete, ha detto, tenere sempre con voi «un piccolo Vangelo, per leggerlo appena avete un momento tranquillo. Vi aiuta anche la vostra preghiera personale, specialmente il rosario, durante i “picchetti d’onore”. E vi aiuta il servizio ai più poveri, agli ammalati, a quelli che hanno bisogno di una buona parola…».



L’importante è essere accoglienti. «Quando incontrate la gente, i pellegrini, voi trasmettete con la vostra gentilezza e competenza questo “amore più grande” che viene dall’amicizia con Cristo. In effetti voi Guardie Svizzere siete un “manifesto” della Santa Sede». Il Papa ha ricordato che l'amicizia con questi suoi aiutanti, che vigilano sulla sua persona e sul Palazzo apostolico, si basa «sull’amore di Cristo: quell’amore “più grande” che Egli ha vissuto e che ha donato ai suoi discepoli». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero