CITTA' DEL VATICANO - Città del Vaticano Papà e mamme latitanti, proprio così. Bergoglio dice proprio così. Latitanti, nel senso che troppo spesso si nascondono, fuggendo...
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I padri, col tempo, sembrano avere abdicato ad esercitare l'autorità; le madri, invece, spesso travolte da impegni di lavoro e casalinghi, limitano il ruolo ad una mamma-organizzatrice.
Papa Francesco ha voluto dedicare anche questa udienza generale alla famiglia, nucleo centrale della società, concentrandosi sul mestiere più difficile del mondo: fare i genitori. “Oggi parleremo di una questione essenziale della famiglia ossia la sua naturale vocazione a educare i figli perché crescano nella responsabilità di sé e degli altri. Sembrerebbe una constatazione ovvia, eppure anche ai nostri tempi non mancano le difficoltà.
E’ difficile educare per i genitori che vedono i figli solo la sera, quando ritornano a casa stanchi. E’ ancora più difficile per i genitori separati, che sono appesantiti da questa loro condizione”. Già, il mestiere di genitore è diventato sempre più difficile, a volte sembra una vera e propria corsa a ostacoli. Le fatiche quotidiane hanno fatto fare un passo indietro alle mamme e ai papà, facendo avanzare gli specialisti: pedagogisti, terapeuti, psicologi. Insomma “intellettuali “critici” di ogni genere, annota Bergoglio, hanno zittito i genitori in mille modi, per difendere le giovani generazioni dai danni – veri o presunti – dell’educazione familiare. “La famiglia è stata accusata, tra l’altro, di autoritarismo, di favoritismo, di conformismo, di repressione affettiva che genera conflitti”.
Bergoglio affonda la lama in una piaga. Di fatto, si è aperta una frattura tra famiglia e società, e così, l’alleanza educativa della società con la famiglia è entrata in crisi perché è stata minata la fiducia reciproca”. I sintomi sono molti. Per esempio, nella scuola sono stati intaccati i rapporti tra i genitori e gli insegnanti. Il Papa precisa: “A volte ci sono tensioni e sfiducia reciproca; e le conseguenze naturalmente ricadono sui figli. D’altro canto, si sono moltiplicati i cosiddetti “esperti”, che hanno occupato il ruolo dei genitori anche negli aspetti più intimi dell’educazione. Sulla vita affettiva, sulla personalità e lo sviluppo, sui diritti e sui doveri, gli “esperti” sanno tutto: obiettivi, motivazioni, tecniche. E i genitori devono solo ascoltare, imparare e adeguarsi. Privati del loro ruolo, essi diventano spesso eccessivamente appesantiti e possessivi nei confronti dei loro figli, fino a non correggerli mai.
Tendono ad affidarli sempre più agli “esperti”, anche per gli aspetti più delicati e personali della loro vita, mettendosi nell’angolo da soli; e così i genitori corrono il rischio di autoescludersi dalla vita dei loro figli.
Il Messaggero