Vilnius – Papa Francesco arriva a Vilnius, sotto un cielo grigio e piovoso ma con una accoglienza davvero calorosa. Gente per strada che saluta, i bambini sventolano le...
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Bergoglio rammenta le prove e le sofferenze che hanno dovuto sopportare i lutuani in un secolo: «(detenzioni, deportazioni, persino il martirio). Celebrare i cento anni dell’indipendenza – ha spiegato - significa soffermarsi un poco nel tempo, recuperare la memoria del vissuto per prendere contatto con tutto quello che vi ha forgiati come Nazione e trovarvi le chiavi che vi permettano di guardare le sfide del presente e proiettarsi verso il futuro in un clima di dialogo e di unità tra tutti gli abitanti, in modo che nessuno rimanga escluso».
Sul futuro si sofferma ma senza indugiare troppo sul ruolo dell'Europa che cita nel discorso di sfuggita. Preferisce, invece, focalizzarsi sulla capacità dei giovani di raccogliere il testimone dei vecchi. «Ogni generazione è chiamata a fare proprie le lotte e le realizzazioni del passato e onorare nel presente la memoria dei padri. Non sappiamo come sarà il domani; quello che sappiamo è che ad ogni epoca compete conservare l’anima che l’ha edificata».
Infine non è mancata una analisi allo scenario mondiale «dove crescono le voci che seminano divisione e contrapposizione - strumentalizzando molte volte l'insicurezza e i conflitti - o che proclamano che l'unico modo possibile di garantire la sicurezza e la sussistenza di una cultura sta nel cercare di eliminare, cancellare o espellere le altre, voi lituani avete una parola originale vostra da apportare: 'ospitare le differenze» ha detto il Papa nell'incontro con le autorità e la società civile al Palazzo presidenziale di Vilnius.
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Il Messaggero