Papa Francesco: «Troppa indifferenza, i poveri non fanno parte del panorama urbano»

Papa Francesco: «Troppa indifferenza, i poveri non fanno parte del panorama urbano»
Città del Vaticano - Centinaia di accattoni agli angoli delle strade, senzatetto che dormono sulle panchine, venditori ambulanti di cianfrusaglie che mendicano mezzo...

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Città del Vaticano - Centinaia di accattoni agli angoli delle strade, senzatetto che dormono sulle panchine, venditori ambulanti di cianfrusaglie che mendicano mezzo centesimo per mangiare, straniere schiavizzate sulle vie consolari che si prostituiscono anche di giorno. Roma è anche questa. Papa Bergoglio ha preso spunto dal Vangelo odierno dedicato alla parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro, per denunciare il silenzio, l’indifferenza, la cecità di tutti coloro che incrociano quotidianamente questi fantasmi urbani, guardandoli come se fossero trasparenti, e continuando la giornata come se niente fosse, senza alcuna scossa nel cuore.


«Anche oggi dobbiamo guardarci dal  chiuderci in noi stessi ignorando i poveri e i senzatetto delle  nostre città». Si duole Papa Bergoglio di questa insensibilità, e ne trae una conclusione amara: che questo andazzo, il considerare i poveri come parte del panorama urbano, può condurre alla corruzione. Peccato grave. «La corruzione di colui che sapeva delle tante miserie ma lui era felice così e non gliene importava di niente».

«Quando una persona vive nel suo ambiente chiuso - ha spiegato Francesco - respira
quell’aria propria dei suoi beni, della sua soddisfazione, della vanità, di sentirsi sicuro e si fida soltanto di se stesso, perde l’orientamento, perde la bussola e non sa dove sono i limiti». Questo sentiero rischia di condurre «su una strada di morte a tal punto che non si può tornare indietro. Francesco insiste su un punto di non ritorno morale: «C’è un punto, c’è un momento, c’è un limite dal quale difficilmente si torna indietro: è quando il peccato si trasforma in corruzione. E questo non era un peccatore, era un corrotto.
Perché sapeva delle tante miserie, ma lui era felice lì e non gli importava niente».

Il Papa ha visualizzato le scene di ogni giorno nelle metropoli. «Cosa sentiamo nel cuore quando andiamo per strada e vediamo i senzatetto, vediamo i bambini da soli che chiedono l’elemosina...“No, ma questi sono di quella etnia che rubano...”, vado avanti,

faccio così? I senzatetto, i poveri, quelli abbandonati, anche quelli senzatetto benvestiti, perché non hanno soldi per pagare l’affitto perché non hanno lavoro... cosa sento io? Questo è parte del panorama, del paesaggio di una città, come una statua, la fermata del bus, l’ufficio della posta, e anche i senzatetto sono parte della città? E’ normale, questo? State attenti. Stiamo attenti». Già è normale tutto questo? Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero