Città del Vaticano – Era considerato il bastione cattolico al comunismo, il gigante capace di tenere testa al Kgb e al Cremlino nella Polonia del dopoguerra fino al...
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Wyszynski per il polacchi è considerato una specie di padre della patria, al pari di Giovanni Paolo II per il coraggio con il quale ha combattuto il comunismo durante gli anni dell’imperialismo sovietico. Durante il suo mandato fu oggetto di pressioni, di violenze psicologiche, di ricatti e persino del carcere, visto che per tre anni fu privato della libertà e della possibilità di comunicare con i suoi fedeli, ma non ha mai ceduto. Ai confini della Polonia c’erano le truppe sovietiche pronte a invadere, sarebbe bastata una scintilla ma Wyszynsky ebbe un ruolo chiave e riuscì a gestire la difficile situazione senza cedere a nessuna richiesta che mettesse in discussione i diritti di libertà della Chiesa”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero