Città del Vaticano Pianticelle d’ulivo nei corridoi, allegri murales dei ragazzi di strada della Colombia e dell’Argentina, pannelli con la firma di tanti...
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Scholas con il tempo è diventato il più grande movimento studentesco a livello mondiale. L’ultimo paese ad aver aderito è l’Italia, ma presto ci sarà anche Israele (www.scholasoccurrentes.org). Papa Francesco nel 2013, pochi mesi dopo la sua elezione, insistette per realizzare un «piano di salvataggio» per una «generazione a rischio scarto». In diversi discorsi parlo con insistenza della progressiva marginalizzazione dei ragazzi situati ai margini del sistema produttivo e politico, confinati in un eterno presente senza prospettive né domani. A questo quadro si aggiungono spesso altre forme di esclusione causate dalla povertà, da disabilità fisiche e mentali, dal razzismo, dal pregiudizio. Ascoltando tanti genitori e tanti educatori il Papa si è reso conto che tra le pareti delle aule scolastiche si riproducono sovente le medesime fratture che soffocano la società. Così ha proposto di abbattere i muri e aprire le porte, rispolverando anche per l’Italia il modello Scholas Occurrentes. Il risultato è creare una rete internazionale di scuole – pubbliche, private, confessionali e non – dei cinque Continenti. Una aula-mondo dove giovani di ogni cultura e religione si scambiano, virtualmente, esperienze, si confrontano, imparano a convivere. «Le "Scholas" sono laboratori della cultura dell'incontro.
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Il Messaggero