Città del Vaticano - Papa Francesco di nuovo alle prese con il ‘nodo’ del Kosovo, la ex regione della Serbia riconosciuta come Stato da diversi Paesi europei,...
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La Serbia si rifiuta fermamente di riconoscere l’indipendenza del Kosovo, a maggioranza musulmana. Un groviglio diplomatico che si è aperto nel 2008 quando è scoppiata la guerra con Belgrado e ha portato all’intervento della Nato. In Kosovo i cristiani rappresentano una esigua minoranza, circa 65 mila persone, su un totale di 2 milioni. Più del 90 per cento è costituito da musulmani. L'islamizzazione della società è iniziata dopo il 2001 e resta tuttora un problema.
Se prima del 2000 non si erano mai viste donne col velo e le élite al potere si dichiarano apertamente atee, oggi si pratica diffusamente il ramadan, le donne girano con il velo (spesso stipendiate da generose associazioni benefiche saudite), e i figli di tante famiglie vengono fatti studiare nelle madrasse. Il quadro è aggravato da un alto tasso di corruzione del governo e da una criminalità organizzata specializzata in traffico di droga, armi e persone. Il Kosovo ha iniziato a preoccupare l’Europa solo qualche anno fa per il numero di jihadisti che sono andati a combattere sotto le insegne del Califfato Nero. La Turchia di Erdogan ha investito molto in infrastrutture e scuole, inviando anche i suoi imam nelle campagne di Pristina. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero