In Iraq e Siria il terrorismo ha toccato «dimensioni prima inimmaginabili e i cristiani sono perseguitati e hanno dovuto lasciare le loro case in maniera brutale, purtroppo...
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Si è aperto nell'Aula nuova del Sinodo il Concistoro Ordinario Pubblico presieduto dal Papa per due cause di canonizzazione, cui partecipano anche i patriarchi del Medio Oriente per informare i membri del Collegio Cardinalizio sulla situazione dei cristiani nella regione. Il Concistoro, in cui il cardinale segretario di Stato tiene una relazione, è dedicato anche all'impegno di pace della Chiesa nella regione.
«All'indomani della chiusura della terza Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei Vescovi sulla famiglia - ha esordito il Papa salutando i presenti, secondo quanto riporta la Radio Vaticana - ho voluto dedicare questo Concistoro, oltre ad alcune cause di canonizzazione, ad un'altra questione che mi sta molto a cuore, ovvero il Medio Oriente e, in particolare, la situazione dei cristiani nella regione. Vi sono riconoscente per la vostra presenza. Ci accomuna - ha detto - il desiderio di pace e di stabilità in Medio Oriente e la volontà di favorire la risoluzione dei conflitti attraverso il dialogo, la riconciliazione e l'impegno politico. Nello stesso tempo, vorremmo dare il maggiore aiuto possibile alle comunità cristiane per sostenere la loro permanenza nella regione. Come ho avuto occasione di ribadire a più riprese, non possiamo rassegnarci a pensare al Medio Oriente senza i cristiani, che da duemila anni vi confessano il nome di Gesù. Gli ultimi avvenimenti, soprattutto in Iraq e in Siria - ha sottolineato il Pontefice - sono molto preoccupanti. Assistiamo ad un fenomeno di terrorismo di dimensioni prima inimmaginabili. Tanti nostri fratelli sono perseguitati e hanno dovuto lasciare le loro case anche in maniera brutale. Sembra che si sia persa la consapevolezza del valore della vita umana, sembra che la persona non conti e si possa sacrificare ad altri interessi. E tutto ciò, purtroppo, nell'indifferenza di tanti. Questa situazione ingiusta richiede - ha aggiunto - oltre alla nostra costante preghiera, un'adeguata risposta anche da parte della Comunità Internazionale. Sono sicuro che, con l'aiuto del Signore, dall'incontro odierno verranno fuori valide riflessioni e suggerimenti per potere aiutare i nostri fratelli che soffrono e per venire incontro anche al dramma della riduzione della presenza cristiana nella terra dove è nato e dalla quale si è diffuso il cristianesimo». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero