Città del Vaticano - I mass media dovrebbero evitare di cadere nella “coprofilia” per non alimentare la “coprofagia” della gente. (Dal dizionario...
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Le qualità che il Papa si aspetta dai mass media sono la limpidezza e la trasparenza. Soprattutto, ha aggiunto, “non devono cadere senza offesa, nella malattia della coprofilia, che è voler sempre comunicare lo scandalo, comunicare le cose brutte, anche se siano verità. E siccome la gente ha la tendenza alla malattia della coprofagia, si può fare molto danno".
Il Papa si è lamentato delle tante calunnie che vengono riportate dai mass media e rilanciate dai social. "Nella calunnia - ha ricordato - si dice una bugia sulla persona; nella diffamazione si mostra una cartella, come diciamo in Argentina: 'Se hace un carpetazo', e si scopre qualcosa che e’ vero, ma che è gia’ passato, e per il quale forse si è già pagato con il carcere, con una multa o con quel che sia. Non c’è diritto a questo". Non solo si fa peccato ma puo’ fare molto danno “dire solo una parte della verità e non l’altra". Per il Papa, "questo è disinformare. Perché tu, all’ascoltatore o al telespettatore dai solo la metà della verità, e quindi non può farsi un giudizio serio".
"La disinformazione è probabilmente il danno più grande che può fare un mezzo, perché orienta l’opinione in una direzione, tralasciando l’altra parte della verità". Se non cadono in queste "tentazioni", allora i media, ha concluso il Papa, "sono costruttori di opinione e possono costruire, e fare bene immenso, immenso". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero