«L'attesa della beatitudine eterna non ci dispensa dall'impegno di rendere più giusto e più abitabile il mondo. Anzi, proprio questa nostra speranza di...
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«Purtroppo - ha detto il Papa dopo l'Angelus - dalla Siria continuano ad arrivare notizie di vittime civili della guerra, in particolare ad Aleppo. È inaccettabile che tante persone inermi, anche tanti bambini, debbano pagare il prezzo del conflitto, il prezzo della chiusura di cuore e della mancanza della volontà di pace dei potenti. Siamo vicini con la preghiera e la solidarietà ai fratelli e alle sorelle siriani, e li affidiamo alla materna protezione della Vergine Maria». Dopo il silenzio, ha recitato l'Ave Maria.
Commentando il brano del Vangelo di Luca in cui Gesù spiega ai discepoli «dell'atteggiamento da assumere in vista dell'incontro finale con lui», papa Francesco ha anche messo in luce la necessità di fare l'elemosina, di essere vigilanti e di non comportarsi «come i padroni delle vite degli altri»: a proposito dell'atteggiamento dell'amministratore di cui narra il Vangelo, il Papa ha osservato che «questa scena descrive una situazione frequente anche ai nostri giorni: tante ingiustizie, violenze e cattiverie quotidiane nascono dall'idea di comportarci come padroni della vita degli altri, e noi - ha aggiunto a braccio - noi abbiamo un solo padrone che anche non gli piace di chiamarsi padrone, gli piace che gli diciamo Padre, ma noi siamo servi, peccatori tutti, figli, ma lui è l'unico padre» Papa Bergoglio ha invitato a «dare valore all'elemosina come opera di misericordia, a non riporre la fiducia nei beni effimeri, a usare le cose senza attaccamento ed egoismo, ma secondo la logica di Dio, la logica dell'attenzione agli altri, la logica dell'amore». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero