Città del Vaticano Si avvicina l’estate e Papa Francesco – che non ha mai fatto un giorno di ferie in vita sua e anche quest’anno si appresta a...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Non importa se mare, montagna o collina, l’importante è fare sapere a Papa Francesco gli spostamenti pianificati e in che data verranno effettuati, comprensivi di dettagli per eventuali contatti, in caso di bisogno. La disposizione è stata diramata attraverso una lettera firmata dal decano del collegio cardinalizio, Angelo Sodano il quale si è fatto tramite della richiesta papale. Inutile dire che la lettera ha incuriosito parecchio.
Negli anni passati, spiega un cardinale dietro anonimato (il quale resterà fuori Roma una settimana per un ritiro spirituale in un convento in Umbria), questa prassi era in vigore ai tempi di Paolo VI ma poi, col tempo, è caduta in disuso anche per la diffusione dei cellulari, delle videochiamate, di Skype. Il portavoce vaticano, Greg Burke, stamattina si è affrettato a gettare acqua sul fuoco, ridimensionando il caso, spiegando che si tratta di una richiesta quasi banale.
«Una sana tradizione», ha ripetuto. Dietro questa richiesta non ci sarebbero nemmeno preoccupazioni legate a questioni di sicurezza piuttosto il bisogno di avere il controllo dei collaboratori presenti a Roma per capire su chi eventualmente contare nel caso di iniziative, consultazioni, pareri cardinalizi. Qualcuno in curia fa però notare che, indirettamente, la novità introdotta metterebbe in evidenza la propensione (o meno) di ogni cardinale alla sobrietà, ad uno stile di vita semplice, prossima a quella tendenza francescana che tanto piace a Bergoglio. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero