Papa Francesco: «Democrazia a rischio se continua a prevalere la logica del profitto»

Papa Francesco: «Democrazia a rischio se continua a prevalere la logica del profitto»
Città del Vaticano Per Papa Bergoglio il concetto di democrazia è ormai a rischio. Se continuerà a prevalere la logica del profitto e dell’efficienza,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Città del Vaticano Per Papa Bergoglio il concetto di democrazia è ormai a rischio. Se continuerà a prevalere la logica del profitto e dell’efficienza, succederà che individui o gruppi finanziari ricchissimi avranno il predominio nella vita pubblica mettendo in pericolo quelle che sono le basi di un paese democratico, basato sul governo del popolo. Se solo ieri aveva implorato le nuove generazioni a restare immuni dal fascino del denaro, della schiavitù in cui il denaro racchiude quanti gli rendono un culto, stamattina nel corso di un’udienza ai partecipanti ad un workshop organizzato dalla Pontificia Accademia delle Scienze, ha individuato «due cause specifiche che alimentano l’esclusione sociale: la diseguaglianza e lo sfruttamento. «Se prevale come fine il profitto, la democrazia tende a diventare una plutocrazia in cui crescono le diseguaglianze e anche lo sfruttamento del pianeta». Osservando l’andamento economico e i tassi di sviluppo delle società a Papa Bergoglio risulta chiaro che il divario sempre più ampio tra ricchi e poveri non è una fatalità e neppure una costante storica. Ciò che serve è creare nuovo lavoro, superando la «pigrizia spirituale» e svincolandosi «dalle pressioni delle lobbies pubbliche e private». Bisogna «civilizzare il mercato», ha detto ancora. Perchè «non possiamo sacrificare sull’altare dell’efficienza – il “vitello d’oro” dei nostri tempi – valori fondamentali come la democrazia, la giustizia, la libertà, la famiglia, il creato». 


“Non sono una fatalità perché dipendono, oltre che dai diversi comportamenti individuali, anche dalle regole economiche che una società decide di darsi. Si pensi alla produzione dell’energia, al mercato del lavoro, al sistema bancario, al welfare, al sistema fiscale, al comparto scolastico. A seconda di come questi settori vengono progettati, si hanno conseguenze diverse sul modo in cui reddito e ricchezza si ripartiscono tra quanti hanno concorso a produrli. Se prevale come fine il profitto, la democrazia tende a diventare una plutocrazia in cui crescono le diseguaglianze e anche lo sfruttamento del pianeta. Ripeto: questo non è una necessità; si riscontrano periodi in cui, in taluni Paesi, le diseguaglianze diminuiscono e l’ambiente è meglio tutelato». 


La sfida da raccogliere, ha spegato il Papa, è di «adoperarsi con coraggio per andare oltre il modello di ordine sociale oggi prevalente, trasformandolo dall’interno. Dobbiamo chiedere al mercato non solo di essere efficiente nella produzione di ricchezza e nell’assicurare una crescita sostenibile, ma anche di porsi al servizio dello sviluppo umano integrale. In sostanza, dobbiamo mirare a «civilizzare il mercato», nella prospettiva di un’etica amica dell’uomo e del suo ambiente».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero