«Diventiamo capaci di lottare senza compromessi contro il peccato e la corruzione, e di dedicarci con paziente perseveranza alle opere della giustizia e della pace». Così papa...
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«Il mondo - prosegue papa Bergoglio - ha bisogno di uomini e donne non chiusi, ma ricolmi di Spirito Santo. La chiusura allo Spirito Santo è non soltanto mancanza di libertà, ma anche peccato».
«Il mondo ha bisogno del coraggio, della speranza, della fede e della perseveranza dei discepoli di Cristo. Il mondo - ribadisce il Papa - ha bisogno dei frutti dello Spirito Santo: "amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di se"».
«La Chiesa non nasce isolata, ma nasce universale, una e cattolica, con una identità precisa aperta a tutti, non chiusa, che abbraccia il mondo intero, senza escludere nessuno. A nessuno la madre Chiesa chiude la porta in faccia neanche al più peccatore, ma le spalanca a tutti perchè è madre», dice il papa. Poi parla della pentecoste.
Un «evento, che cambia il cuore e la vita degli Apostoli e degli altri discepoli, si ripercuote subito al di fuori del Cenacolo. Infatti, quella porta tenuta chiusa per cinquanta giorni finalmente viene spalancata e la prima Comunità cristiana, non più ripiegata su sé stessa, inizia a parlare alle folle di diversa provenienza delle grandi cose che Dio ha fatto, cioè della Risurrezione di Gesù, che era stato crocifisso. E ognuno dei presenti - prosegue Francesco - sente parlare i discepoli nella propria lingua. Il dono dello Spirito ristabilisce l'armonia delle lingue che era andata perduta a Babele e prefigura la dimensione universale della missione degli Apostoli. La Chiesa - dice il Papa - nasce universale, una e cattolica, con una identità precisa ma aperta, che abbraccia il mondo intero, senza escludere nessuno». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero