Città del Vaticano – Papa Francesco è «preoccupato» per il caso Maldonado e per quello che sta accadendo nel suo Paese, per i fantasmi che...
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«La riunione che abbiamo avuto con il Papa è stata molto calorosa ed emozionante ma non abbiamo parlato di politica, è stato un incontro di tipo personale». Ha riferito il fratello di Maldonado, Sergio, mentre tiene in mano una fotografia del fratello, il cui corpo è stato riconosciuto solo grazie ai tatuaggi. «Noi chiediamo giustizia. Il Papa è una persona informata dei fatti: mentre noi gli raccontavamo delle indagini, delle perizie, lui era a conoscenza di tante cose, si capisce che è informato».
Anche se il governo ha cercato di sminuire l'accaduto alcuni testimoni hanno riferito ai familiari che Santiago il giorno della scomparsa è stato messo a forza su una camionetta della gendarmeria. Un caso decisamente imbarazzante anche per il presidente argentino Mauricio Macri, che per molti è l’emblema di quella oligarchia che ha fondato la sua ricchezza sullo sfruttamento della terra ai danni dei più poveri.Il fratello di Maldonado in questi giorni è in Italia per incontrare il Papa e per parlare pubblicamente del caso di suo fratello: domenica alle ore 17,15 sarà alla Nuvola di Fuksas dove è in corso Più Libri Più Liberi e dove interverrà assieme a Taty Almeida, fondatrice della Madri di Plaza de Mayo sul tema della legalità: «Quando dimenticare è impossibile, i desaparecidos argentini e le verità nascoste».
Nei giorni scorsi Papa Francesco ha ricevuto a Santa Marta anche Taty Almenida. Durante la conversazione hanno affrontato il tema dell'apertura degli archivi vaticani durante il periodo della dittatura. La signora Almeida ha riconosciuto che quelli della conferenza episcopale argentina sono disponibili, ma restano ancora da declassificare quelli in Vaticano. Tutte carte necessarie per comprendere il vero ruolo dei vescovi e della nunziatura. Taty Almeida ha anche fatto presente che vi sono dei casi imbarazzanti di preti compromessi con la dittatura come un ex cappellano, Christian Von Wernich che nonostante sia stato riconosciuto colpevole di torture e per questo finito in carcere, continua a dire messa.
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Il Messaggero