Città del Vaticano Silenzioso, discreto, leale. Joseph Ratzinger vive da anni in una dimensione di semi clausura, chiuso lassù, nel monastero Mater Dei, situato sul...
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E’ dal 2013 che Ratzinger allontanandosi dalla scena pubblica ha optato per una vita ritirata nella quale assicura però alla Chiesa e al suo successore, Papa Francesco, tutto il sostegno e le preghiere possibili. Ogni giorno. Senza fare rumore, senza rubare la scena a nessuno, senza alimentare divisioni.
Sarà Papa Francesco a dargli il benvenuto nella Sala Clementina, alla cerimonia organizzata in suo onore, in occasione del 65esimo anniversario del sacerdozio. Un momento di comunione e fraternità, un pensiero affettuoso. Bergoglio vuole bene a Ratzinger e si rivolge a lui come fosse “un grande nonno”. Proprio in questi giorni vengono pubblicati dal Vaticano alcune schede. Una di queste riguarda proprio il giorno in cui Ratzinger divenne prete. Fu la sorella Maria a redigergli la tesi di dottorato, sollevandolo dall’incombenza di scrivere in bella copia. L’ordinazione avvenne a Frisinga per mano del cardinale Faulhaber, nella festa dei santi Pietro e Paolo del 1951. C’erano più di quaranta candidati. Per Ratzinger quella giornata restò impressa come la più bella della sua vita, indimenticabile. “Non si deve essere superstiziosi, ma nel momento in cui l’anziano arcivescovo impose le sue mani su di me, un uccellino - forse un’allodola – si levò dall’altare maggiore della cattedrale e intonò un piccolo canto gioioso; per me fu come se una voce dall’alto mi dicesse: va bene così, sei sulla strada giusta”.
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Il Messaggero