MILANO Omicidio, assicurano gli amici. Un malore, sostiene la famiglia. Sarà l’autopsia a stabilire come è morta Sana Cheema, 25 anni, nata in Pakistan ma...
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CONTRASTI CON LA FAMIGLIA
Lo hanno deciso le autorità pakistane che hanno aperto un’inchiesta, disponendo inoltre che il padre e uno zio della giovane non possano lasciare il Paese. L’autopsia sarà eseguita nei prossimi giorni, una decisione per fare piena luce sul caso e chiarire se la giovane sia stata uccisa dal padre e dal fratello - stando alle voci circolate nella comunità pakistana bresciana - perché si è ribellata a un matrimonio combinato o se invece il decesso sia avvenuto per infarto, come ripete la stessa famiglia e come fino a prima dell’apertura dell’inchiesta riteneva anche la polizia pakistana. «Stava bene quando ha lasciato l’Italia», riferiscono gli amici di Sana che abitano nello stesso quartiere a Brescia. Qui non si parla d’altro che della triste storia della giovane, cresciuta in città e diplomata al liceo De Andrè. «Una ragazza vivace intellettualmente, ricordo che aveva contrasti con la famiglia», racconta un’insegnante. «Avevo convocato i genitori perché non volevano lasciarla andare in gita. Lei pensava all’occidentale, loro erano tradizionalisti». Le liti, soprattutto con il padre, erano frequenti, un anno fa Sana è anche finita al pronto soccorso a seguito di una discussione sfociata nella violenza.
AREA SOTTO SEQUESTRO
Il padre era ossessionato dalla ricerca di un marito per lei.
Il Messaggero