Licenziato a ventiquattro anni perché troppo vecchio. È successo a un ragazzo di origini filippine, che vive a Padova da moltissimi anni. Lavorava in un negozio di abbigliamento...
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Il ragazzo era stato assunto con un contratto a chiamata e a tempo determinato il 2 dicembre 2012 per fare l’addetto al riordino della merce di notte, dalle 21 alle 2, dopo la chiusura al pubblico. È filato sempre tutto liscio al punto che è riuscito a strappare anche un contratto a tempo indeterminato. La brutta sorpresa arriva l’11 marzo 2014, il giorno del suo ventiquattresimo compleanno, in cui il commesso deve essersi sentito vecchio di colpo leggendo del suo licenziamento per "superamento dei limiti di età previsti per tale tipologia contrattuale".
Vecchio per piegare magliette e riordinare gli scaffali? Non può essere, si sono detti i legali che hanno lavorato a questo caso. E infatti il giudice del lavoro del Tribunale di Venezia, Chiara Coppetta Calzavara, è di tutt’altro avviso rispetto alle politiche di Abercrombie e ha condannato il datore di lavoro "Abercrombie & Fitch Italia srl" a riassumere immediatamente il ragazzo nel negozio di Marcon, in provincia di Venezia.
“La risoluzione del rapporto di lavoro – scrive il giudice - ovvero il licenziamento intimato al ricorrente per il compimento del ventiquattresimo anno di età è pertanto, in primo luogo, un licenziamento discriminatorio, poiché fondato sull’età del lavoratore, non considerata nel contratto di lavoro".
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Il Messaggero