Dopo l'uccisione di Daniza dell'anno scorso, in Trentino è già diventato un caso la nuova aggressione da parte di un orso, nel pomeriggio di ieri, ai danni di uomo a...
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«Le decisioni che adotteremo sull'orso che ieri ha aggredito e ferito un uomo a Cadine di Trento saranno basate sullo stesso principio adottato lo scorso anno in agosto quando si verificò l'altra aggressione da parte di Daniza: di fronte ad un fenomeno che è dentro le logiche naturali si valuta la gravità e prima viene la vita e la sicurezza delle persone e poi viene la conservazione della natura», ha spiegato Rossi, intervenuto ad un dibattito straordinario in Consiglio provinciale e che in mattinata si è collegato in videoconferenza con il ministero dell'Ambiente e l'Ispra.
«Siamo di fronte ad un episodio molto grave rispetto al quale non è opportuno fare strumentalizzazioni.
«Se sono vivo è un miracolo. Non dimenticherò mai quegli occhi neri, voleva mangiarmi». Dal letto d'ospedale al Santa Chiara di Trento, Wladimir Molinari racconta così al quotidiano 'l'Adige' l'aggressione nei boschi di Cadine, paese vicino Trento. «Quell'orso voleva uccidermi, voleva mangiarmi. Io ero nel bosco quando ho sentito dei rumori alle mie spalle: mi sono girato e a circa dieci metri ho visto l'animale. Ho alzato le braccia al cielo e urlato con tutto il fiato che avevo in gola, ma non è servito e l'orso mi ha attaccato».
«E' necessario procedere con estrema cautela, allo scopo di evitare decisioni affrettate che potrebbero determinare aggravamento e incrudelimento della situazione», interviene la Lega anti vivisezione (Lav). «Quella cautela che manca a una parte del Consiglio provinciale, che - sottolinea la Lav - inneggia al Far West nelle valli istigando ancora una volta i cittadini ad imbracciare il fucile per farsi illegalmente giustizia da sé, con grave rischio sia per la vita degli orsi, sia per quella degli stessi cittadini». La Lav «apprezza il nuovo corso intrapreso dalla Giunta provinciale che fin dal caso avvenuto a Zambana qualche giorno fa ha deciso di non assumere provvedimenti lesivi nei confronti di plantigradi. Un approccio teso a riportare il problema nel suo naturale alveo gestionale, che se fosse stato assunto dieci mesi or sono, avrebbe risparmiato la vita di Daniza». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero