«Quelle foto sono state una pugnalata: Doina ha ucciso mia figlia con crudeltà, ci vuole la pena di morte». Giuseppe Russo, padre di Vanessa, morta a 23 anni...
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La figlia, Vanessa, morì nel 2007 dopo un colpo inferto dalla Matei con un ombrello dopo una banale lite in una stazione della metro di Roma. Matei tentò la fuga dopo l'episodio ma fu rintracciate e arrestata a Tolentino, nelle Marche. La ragazza, condannata a 16 anni di detenzione, dopo 9 anni di carcere era stata posta in semilibertà per buona condotta. Un esempio di recupero durante il percorso carcerario: Doina aveva anche vinto un concorso di poesia e si era più volte pentita di ciò che aveva fatto. Ma delle foto sorridenti su Facebook hanno scatenato polemiche e le sono costate care: la semilibertà è stata revocata.
«Doina ha dato a Vanessa un colpo con la punta dell'ombrello - dice il padre - con violenza, con forza, prendendo la mira. È entrata tutta la punta. Gli avvocati possono dire quello che vogliono, ma la punta dell'ombrello è entrata di dieci centimetri. La Matei ha ammazzato mia figlia con cattiveria e crudeltà. E a noi quelle foto hanno fatto molto male, sono state una pugnalata, lei ha pure messo il dito in senso di vittoria come per dire »sono fuori, ce l'ho fatta, ho vinto io«. Ed effettivamente è così». «Doina resterà dentro per poco, fra tre mesi tornerà in semilibertà. Adesso per fare bella figura con i media e calmare le acque la tengono dentro, poi tutto torna come prima -continua i padre ai microfoni de La Zanzara- Voi dite che si era meritata la semilibertà? Ma cosa li facciamo a fare i processi se poi con una condanna a 16 anni dopo 9 sei fuori. Doina è un'assassina, ha preso 16 anni, deve farli tutti e poi eventualmente meriterà qualcosa. In galera sono tutti bravi, devi essere bravo per forza».
La Matei fu condannata a 16 anni di carcere nel 2008 per omicidio preterintenzionale aggravato dai futili motivi, condanna poi confermata dalla Cassazione nel 2010. Poi la semilibertà revocata per le fatali foto su Fb. Una decisione, secondo il Guardasigilli Andrea Orlando, in linea con le norme sulle «violazioni delle prescrizioni connesse alla concessione dei benefici penitenziari». È fissata al 3 maggio l'udienza per decidere se confermare o meno la revoca della semilibertà. I legali della Matei chiederanno di «ripristinare la semilibertà e al giudice -dice l'avvocato Nino Marazzita - chiederò di imporre una minore esposizione mediatica per la mia assistita»(ANSA). Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero