Un 'lupo solitario' simpatizzante dell'Isis e di tendenze omofobe: questo il profilo, stando ai primi risultati delle indagini, di Omar Saddiqui Mateen, il killer...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Ventinove anni, di Port St.Lucie, Florida, guardia in un penitenziario minorile, era un americano di prima generazione nato a New York, figlio di genitori afghani emigrati in Usa - con il padre simpatizzante dei talebani - e probabilmente mai integratosi veramente. 'Newcomer', come i due fratelli ceceni rifugiati in Usa, Tamerlan e Dzhokhar Tsarnaev, responsabili dell'attentato alla maratona di Boston nel 2013, una «vendetta per le azioni militari statunitensi in Afghanistan e in Iraq». O come Syed Rizwan Farook e Tashfeen Maliki, i coniugi di origine pakistana (ma lui era nato negli Usa) che hanno perpetrato la strage di San Bernardino in nome dell'Isis. Un filo rosso li lega a Mateen, se non altro a livello emulativo.
Anche lui, secondo i media Usa, ha rivendicato la sua azione telefonando al 911 e dicendo all'operatore di voler giurare fedeltà al leader dell'Isis, Abu Bakr al-Baghdadi, dopo aver menzionato gli attentatori di Boston. E ha usato un fucile-mitragliatore d'assalto Ar-15, la stessa arma di San Bernardino, lì contro disabili, a Orlando contro i gay. Due «citazioni» che rafforzano il quadro di un «attentatore della porta accanto» che si inserisce sulla scia di un terrore nato e coltivato in America in un mix di mancata integrazione, seduzione integralista e odio per le minoranze.
La cosa che sorprende, riaprendo il dibattito sulle possibili falle nella sicurezza, è che anche Mateen, come i due fratelli ceceni, era sotto i radar dell'Fbi: era una delle cento persone sospettate di essere simpatizzanti dell'Isis a Orlando. Suo padre, Mir Seddique Mateen, ha escluso categoricamente che il movente sia la religione e ha ipotizzato che a a far scattare la rabbia del figlio sia stato un bacio tra due gay a Miami. Ma il Wp ha rivelato che l'uomo è un sostenitore della politica dei talebani afghani e che in passato ha condotto una trasmissione tv chiamata 'Durand Jirga' sul canale 'Payam-e-Afghan', in onda dalla California.
In uno dei suoi video rintracciabili su YouTube, Mateen esprime sostegno ai talebani: «I nostri fratelli del Waziristan, i nostri guerrieri nel movimento e i talebani dell'Afghanistan stanno risollevandosi». L'ex moglie dell'attentatore, che ha divorziato nel 2011 dopo due anni di matrimonio, lo ha descritto come violento, mentalmente instabile, non molto religioso e apparentemente non influenzato dall'Islam radicale. All'inizio, ha raccontato, «sembrava una persona normale, molto riservata. Ma poi ha cominciato a picchiarmi». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero