Olimpiadi della cultura le scuole di provincia beffano i grandi istituti

Olimpiadi della cultura le scuole di provincia beffano i grandi istituti
ROMA Piccoli genietti alle prese con vocabolari e calcolatrici e con un talento per lo studio, tutto da valorizzare e riconoscere. Come le loro scuole di provenienza, spesso...

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ROMA Piccoli genietti alle prese con vocabolari e calcolatrici e con un talento per lo studio, tutto da valorizzare e riconoscere. Come le loro scuole di provenienza, spesso sconosciute. 

Sono loro, gli studenti che ogni anno vengono premiati dal ministero dell’Istruzione dopo aver vinto prove regionali e nazionali. Per poi salire sul podio, quello delle Olimpiadi. E con loro vincono anche i loro docenti e le loro scuole. Con il merito di aver preparato a dovere i ragazzi, facendo emergere una passione innata. 

LE ISCRIZIONI
Sono già partite le iscrizioni per le prossime Olimpiadi, promosse dal Miur, che si svolgeranno in primavera. Quelle di italiano e quelle di matematica, ma anche greco, latino e fisica. Gare vere e proprie dove mettersi in gioco sfidandosi a colpi di logaritmi e aoristi passivi, di vettori e ablativi assoluti. Vale la pena dare un’occhiata a quelle classifiche, a quei nomi di giovanissimi tutti adolescenti che amano giocare con la cultura.
Perché, scorrendo le graduatorie, un dato emerge fra gli altri: le scuole di provenienza sono nella stragrande maggioranza dei casi scuole di periferia o di provincia, che non rientrano in quelle élite di licei cosiddetti storici, nelle grandi città. Sono i ragazzi allora, vincendo le Olimpiadi, a premiarle. A portarne alto il nome. Allora, ad esempio, basta scorrere i nomi dei tre vincitori delle Olimpiadi di italiano del 2016: Valentina Bevilacqua del liceo classico Colletta di Avellino, Gemma Giangarè del liceo classico Costa di La Spezia e Cristofer Villani del liceo classico Pagano di Campobasso. Nessuna scuola “celebre” quindi tra la Campania, prima classificata, a cui seguono Liguria e Molise. In controtendenza con le classifiche Ocse, che vogliono le regioni del sud Italia in svantaggio su quelle del Nord.

LA MEDIA
Stesso risultato per le Olimpiadi di lingua latina tra cui spiccano i nomi di Vincenzo Nugara del Virgilio di Mussomeli in provincia di Caltanissetta, Sergio Lombardo del Caminiti del Santa Teresa di Riva a Messina, Rosario Lancellotti dell’Orazio Flacco di Portici a Napoli, Matteo Facchina del Leopardi di Pordenone e Stefano Banaudi del Giordano Bruno di Albenga in provincia di Savona. Tutti vincitori, nessuna scuola dal nome altisonante. Stessa media anche per le Olimpiadi delle civiltà classiche: Stefano Montrasio del Zucchi di Monza, Giuseppe Nanfitò del Galilei di Catania, Edoardo Mario Catale del liceo Plana di Alessandria, Claudia Rizzo del Palmieri di Lecce e Gabriele Uboldi del Volta di Como. Cinque vincitori, nessun liceo blasonato. Un dato che andrebbe tenuto presente al momento delle iscrizioni, al via il 16 gennaio prossimo: le scuole superiori, infatti, non possono rientrare in standard di classifiche e graduatorie stilate per l’occasione.

I DOCENTI
Basterebbe vedere i risultati ottenuti dai ragazzi e il lavoro svolto in classe dai docenti e dai dirigenti. Per le Olimpiadi di lingua greca i vincitori del 2016 sono stati Anna Colnago del liceo Casiraghi di Cinisello Balsamo, Alessandro De Innocentiis del Galilei di Legnano e Irene Sibille del Gioberti di Torino, Mario Cecere del Sannazzaro di Napoli e Francesco Salmeri del La Basile-Farina di Messina. Solo il Gioberti e il Sannazzaro rientrano tra i licei storici, rispettivamente, a Torino e Napoli. 

Alle olimpiadi di Fisica, degli 11 classificati, c’è solo un ragazzo proveniente da un liceo storico: lo Scacchi di Bari mentre tra i 24 vincitori delle ambite Olimpiadi di Matematica ce ne sono solo 4 provenienti da licei rinomati: uno dal Righi di Roma, due dal Volta di Milano e uno dal Mercalli di Napoli. 
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Il Messaggero