ROMA I fautori del no la chiamano la maledizione del vincitore. Sostengono che le Olimpiadi pesano come un macigno sulle casse delle città che le ospitano. E i cittadini...
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LO STANZIAMENTO
Non solo. Gli oltre due miliardi di euro stanziati dal governo, andrebbero a completare nel 70% dei casi delle strutture già esistenti, senza impattare sul territorio con nuovi mega progetti. E proprio questo sarebbe uno degli elementi del piano che maggiormente avrebbe catturato l'attenzione del Comitato internazionale. L'altro lato della medaglia, si potrebbe pensare, è che avendo meno investimenti in infrastrutture, per Roma l'eventuale eredità delle Olimpiadi potrebbe essere più povera. In realtà nemmeno questo è del tutto vero. Nel dossier per i Giochi la scelta è stata quella di inserire solo opere già pianificate dal Comune o dalle Ferrovie, come il completamento dell'anello ferroviario o il collegamento su ferro con Tor Vergata. Le Olimpiadi in questo caso, finirebbero per giocare un ruolo di accelerazione nel completamento delle infrastrutture, visto che nel caso, dovrebbero entrare in funzione entro il 2024. Secondo lo studio di fattibilità economica dei Giochi realizzato dal Ceis dell'Università di Tor Vergata e dalla società Openeconomics, tra le opere già contenute nel piano strategico di Roma Capitale per il Giubileo ordinario che si dovrà tenere nel 2025 e altre iniziative in corso, per i progetti urbani e per le infrastrutture in corso sono stati previsti investimenti per 2,8 miliardi. La metà, 1,4 miliardi, servirà per migliorare la viabilità stradale, mentre l'altra metà per quella ferroviaria. Queste risorse, anche se con tempi probabilmente più lunghi, verrebbero comunque investite anche se le Olimpiadi non si tenessero a Roma. Soldi ai quali, sempre secondo il rapporto, andrebbero aggiunti altri 1,2 miliardi di investimenti standard, per un totale di 4 miliardi. Con i Giochi, tuttavia, spiega sempre la relazione del Ceis e di Openeconomics, gli investimenti sarebbero più alti, e raggiungerebbero i 5,7 miliardi di euro. Le Olimpiadi, insomma, agirebbero come una sorta di acceleratore dello sviluppo della città.
LE PREVISIONI
Il Campidoglio, come detto, non sarebbe chiamato a contribuire a nuovi costi di investimento che verrebbero interamente sostenuti dal governo. La spesa per lo Stato sarebbe limitata comunque a 2,1 miliardi. I costi operativi, ossia le spese vive per la manifestazione, sarebbero invece finanziate interamente con capitale privato. In questo caso il conto previsto è di circa 3,2 miliardi di euro. Quasi la metà, 1,54 miliardi per l'esattezza, verranno coperti con un contributo del Comitato olimpico internazionale. Altri 910 milioni di euro, sono previsti dalle sponsorizzazioni. Un conto questo, considerato prudenziale, e calcolato sulla performance media tra i Giochi di Londra del 2012 e quelli di Rio che si terranno quest'anno. In pratica si è contato che ci saranno una quarantina di aziende sponsor che pagheranno, in media, poco più di 20 milioni di euro. Anche sulla vendita di biglietti è stata fatta una stima prudente. Si è considerato un tasso di occupazione dei posti dell'80%, e un prezzo medio dei biglietti di 109 euro, inferiore al prezzo medio di Londra che era di 150 sterline. Dalla vendita totale dei biglietti, insomma, dovrebbero arrivare altri 655 milioni di euro. Sul merchandising e sulle licenze, infine, è stato considerato un dato in linea con le olimpiadi inglesi, considerando ricavi per 110 milioni. Per i costi operativi, invece, nulla è stato messo a carico delle casse pubbliche. Per ora si tratta comunque di conti preliminari. Il Comitato che deve decidere l'assegnazione dei giochi ha chiesto per febbraio del prossimo anno un piano finanziario definitivo. Se le premesse saranno rispettate, Roma non solo non avrà spese da sostenere, ma potrà contare anche su 2,1 miliardi stanziati dal governo per completare le opere incompiute.
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Il Messaggero