Obama: «C'è il rischio radicalizzazione, il congresso agisca su stretta armi»

Obama: «C'è il rischio radicalizzazione, il congresso agisca su stretta armi»
Un invito all'unità e a non cedere alla paura. È quello che ha lanciato oggi il presidente americano Barack Obama nel tradizionale messaggio del sabato alle famiglie, a tre...

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Un invito all'unità e a non cedere alla paura. È quello che ha lanciato oggi il presidente americano Barack Obama nel tradizionale messaggio del sabato alle famiglie, a tre giorni dalla strage di San Bernardino, in California, che l'Fbi considera ora un attacco terroristico.

«Noi siamo americani. Difenderemo i nostri valori, quelli di una società aperta e libera. Siamo forti. Siamo resistenti. E noi non ci lasceremo terrorizzare», ha detto il leader della Casa Bianca, aggiungendo che «è possibile che questi due attentatori siano stati radicalizzati per compiere questo atto di terrore». «Se così fosse - ha spiegato Obama - metterebbe in evidenza una minaccia su cui ci concentriamo da anni: il pericolo di persone che soccombono a ideologie estremiste violente ed estremiste».

«Sappiamo che l'Isis e altri gruppi terroristici stanno incoraggiando attivamente le persone in tutto il mondo, e nel nostro Paese, per commettere terribili atti di violenza, spesso come lupi solitari», ha proseguito il presidente americano che ha aggiunto: «Anche se lavoriamo per prevenire gli attacchi, tutti noi, governo, forze dell'ordine, comunità, leader religiosi, dobbiamo impegnarci insieme per impedire alle persone di cadere vittima di queste ideologie odiose».

Obama si è poi soffermato sulla necessita di maggiori restrizioni alla vendita di armi. «Chi è inserito nella no-fly list può entrare in un negozio e acquistare un'arma. Questo è folle. Se sei troppo pericoloso per salire su un aereo lo sei anche, per definizione, per comprare una pistola», ha chiosato il presidente Usa ricordando che «i killer di San Bernardino hanno usato fucili d'assalto in stile militare per uccidere quante persone possibili» e invitando il Congresso a «correggere la legge».
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Il Messaggero