Sulle nozze gay l'America è alla vigilia di uno storico pronunciamento: quella della Corte Suprema, che ha deciso di esaminare la delicata questione a partire dal mese di...
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In pratica si dovrà decidere se la Costituzione americana dovrà legittimare i matrimoni gay, oppure lasciare ai singoli stati la facoltà di legalizzarli o, al contrario, di vietarli. Tutto è nato da un ricorso presentato presso il più alto organo giurisdizionale statunitense contro la sentenza di una corte d'appello. Sentenza che ha confermato le restrizioni alle nozze gay varate di recente in alcuni stati: Michigan, Ohio, Kentucky e Tennessee. Sono proprio questi ricorsi che hanno sbloccato una situazione che fino ad ora aveva visto la Corte Suprema assumere una posizione sostanzialmente "attendista".
Tutt'altro che scontata, però è la decisione che verrà presa, con i nove "saggi" da sempre divisi. Da quando la Corte Suprema nel 2013 è intervenuta sul Doma, comunque, negli Usa è salito a 36 il numero degli Stati in cui le coppie omosessuali possono liberamente sposarsi, più il District of Columbia dove si trova la capitale federale Washington. E secondo le ultime statistiche oramai più del 70% degli americani vive in stati dove le nozze gay sono legali. Con i sondaggi più recenti che confermano come la maggioranza dei cittadini oramai sostenga tali matrimoni, ribaltando una situazione che fino a pochi anni fa sembrava impossibile da cambiare.
Una spinta verso un'accettazione generalizzata delle nozze gay in America è arrivata senza dubbio anche da Barack Obama e dalla sua amministrazione. Non solo perchè l'attuale inquilino della Casa Bianca è stato il primo presidente americano della storia a scendere apertamente in campo a favore dei matrimoni delle coppie omosessuali. Ma anche perchè Obama ha firmato più di un provvedimento che estende alle persone gay che lavorano nel governo federale gli stessi diritti di cui godono gli altri lavoratori sul fronte del matrimonio. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero