Non sono trascrivibili, all'anagrafe italiana per contrarietà all'ordine pubblico, i matrimoni omoaffettivi celebrati all'estero tra un cittadino italiano e uno...
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Così la Suprema Corte ha respinto il ricorso di un brasiliano e di un italiano, sposati in Brasile nel 2012 e in Portogallo nel 2013, che avevano chiesto all'ufficiale dello stato civile di Milano di trascrivere le loro nozze. Davanti al rifiuto, convalidato dalla Corte di Appello nel 2015, hanno protestato in Cassazione, insieme alla 'rete Lenford', dicendo che la «conversione» è un «downgrading» discriminatorio. Per gli 'ermellini', invece, è il frutto di una «discrezionalità legislativa» rientrante nel «potere degli Stati». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero