«Abbiamo visto morire persone asfissiate, i loro corpi sono nella nave. Quando una porta tagliafuoco si è chiusa, molti sono rimasti bloccati dietro di noi, non l'hanno...
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Così il racconto di tre superstiti greco-albanesi della Norman Atlantic fatto ai loro avvocati, che lo hanno riferito, già impegnati nella vicenda della Costa Concordia. I tre naufraghi - una giovane donna con i due futuri suoceri - abitano in Grecia e dovevano raggiungere la zona di Faenza (Ravenna) per andare in visita ad alcuni parenti. Un altro episodio riferito dagli stessi tre naufraghi ai loro avvocati riguarda la fase dell'evacuazione: «Abbiamo visto che un uomo già imbracato su un verricello, mentre veniva issato su un elicottero, si è staccato ed è caduto sul ponte. C'era sangue, non sappiamo se quella persona è sopravvissuta o no».
Anche questi tre superstiti greco-albanesi hanno di non esser stati assistiti dall'equipaggio, di essere rimasti abbandonati a se stessi e che, per procurarsi i giubbotti salvagente, hanno dovuto forzare i cassoni sul ponte. Inoltre hanno sempre riferito ai loro legali Alessandra Guarini, Cesare Bulgheroni e Massimiliano Gabrielli, già impegnati a Grosseto per il pool "Giustizia per la Concordia", di aver visto membri dell'equipaggio salire su una scialuppa e lasciare la nave in fiamme. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero