Ladro ucciso a Latina, Costa: «Legittima difesa, subito nuove norme»

L'abitazione dove si è svolta la sparatoria (Omni)
La vicenda di Latina riapre inevitabilmente il dibattito sul disegno di legge sulla legittima difesa, che consente, tra l'altro, l'uso delle armi per difendersi durante le...

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La vicenda di Latina riapre inevitabilmente il dibattito sul disegno di legge sulla legittima difesa, che consente, tra l'altro, l'uso delle armi per difendersi durante le rapine subite nelle ore notturne. Per Enrico Costa, deputato ed ex ministro agli Affari regionali, l'iter parlamentare non deve essere intralciato dai casi di cronaca: «Il legislatore serio opera indipendentemente dai casi di attualità. Il percorso deve essere costante. Sulla legittima difesa occorre intervenire, è una riforma necessaria, ci sono lacune legislative che devono essere colmate».


Quella sulla legittima difesa è una legge molto attesa, quale pensa che sia la tempistica di approvazione?
«Ora la legge è ferma al Senato. Sarebbe opportuno che la maggioranza condividesse la proposta di accelerare sulla legittima difesa, piuttosto che concentrarsi unicamente su una norma controversa come lo Ius Soli. Lo Stato deve anche dare segnali di questo genere. Questo anche perché la criminalità ha cambiato pelle».

I cittadini hanno più paura?
«Sì, prima c'era il ladruncolo che fuggiva quando veniva scoperto, oggi invece ci sono bande organizzate che non scappano, ma reagiscono. È cambiata la percezione da parte delle vittime: sanno che qualsiasi movimento non provoca la fuga, ma molto spesso una reazione violenta e questo determina uno stato di panico. È necessario fare fronte a questa sensazione di ansia diffusa. Il legislatore deve partire da questo presupposto».

Cosa migliorerebbe con l'approvazione della legge?
«In questi casi c'è sempre una presunzione di reato: si presume che la vittima, reagendo, si macchi di omicidio o lesioni. Nella maggioranza dei casi, però, dai processi emerge che c'è effettivamente stata una legittima difesa. Una nuova norma permetterebbe un'azione a monte, consentirebbe una valutazione più puntuale, consentendo in modo chiaro di definire i casi in cui la difesa sia legittima ed evitando molti processi lunghi e fonte di sofferenza». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero