Dalle parole ai fatti. Dopo le minacce delle settimane scorse, quando un gruppo di ex annunciarono di volerlo denunciare per non essere state messe al corrente della sua...
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La donna, insieme all’interprete per un anno, a partire dal 2013, periodo in cui cambiò addirittura il suo cognome in Sheen, ha fatto causa al terzogenito del mitico Martin per aggressione, negligenza e stress emotivo, rivelando di aver fatto sesso non protetto con lui ignara del suo contagio da Hiv, di cui l’attore era invece a conoscenza dal 2011, per ben cinque volte, per poi, una volta informata del suo stato clinico, premunirsi attraverso la PrEp, una terapia preventiva antiretrovirale.
La Rossi, che non più tardi di tre giorni fa sul suo account Twitter aveva scritto di sentirsi “una sopravvissuta”, ha anche affermato di essere stata oggetto di violenze e di essere stata costretta da Sheen ad abortire. Quest'ultima vicenda risalirebbe al marzo 2014 e, a sentire le parole della giovane, il mattatore di “Hot Shots!” l’avrebbe spinta ad interrompere la gravidanza per “non dare alla luce un figlio ritardato”.
Qualche mese più tardi, nel lasso di tempo compreso tra luglio e settembre, sempre stando al racconto della modella, l’interprete di “Alba rossa” avrebbe sospeso regolarmente l’assunzione del suo farmaco anti-HIV, arrivando inoltre a minacciare la ragazza con una pistola. Ma non basta: in un’altra occasione Sheen, che si sarebbe reso pure protagonista di un’aggressione ai danni di Jonathan Ross, attuale ex marito della sua allora compagna, avrebbe approcciato sessualmente la fidanzata in maniera tanto selvaggia da farla sanguinare, evitando di fermarsi nonostante gli fosse stato richiesto più volte.
Accuse pesantissime, per cui, a quanto pare, la Rossi chiederà un maxi-risarcimento economico, per il momento ancora indeterminato, e da cui Sheen, che ha rifiutato di sottrarsi all’eventuale processo sistemando la faccenda con un bel pacco di milioni di dollari e ha sempre sostenuto di non aver taciuto a nessuna delle sue partner le proprie condizioni di salute, si è difeso attraverso il suo avvocato: “Ci stiamo attrezzando per affrontare la causa. Siamo fiduciosi che Charlie avrà la meglio e dimostrerà la sua innocenza”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero