Da Venaus a Chiomonte, in Valle di Susa, «per guardare da vicino l'inutile sperpero di denaro pubblico che provoca il Tav». E ribadire il no alla Torino-Lione, nei...
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La "passeggiata", come definita dagli organizzatori, gli stessi del festival No Tav 'Alta Felicità' che si sta svolgendo proprio a Venaus, si è conclusa senza incidenti con le forze dell'ordine, che hanno denunciato una ventina di manifestanti per il danneggiamento delle barriere e per aver violato l'area nei pressi del cantiere. Da lì il ritorno a Venaus, patria del Movimento No Tav perché teatro, 13 anni fa, della battaglia che portò a cambiare il progetto della Torino-Lione. Oggi che l'aria sembra cambiata, con il governo giallo-verde pronto ad affidare ad una analisi costi-benefici la decisione se continuare o meno i lavori, l'atteggiamento tra chi da sempre si oppone a quest'opera non sembra cambiato. «Continuiamo ad essere vigili, attenti. Non ci fidiamo delle dichiarazioni sui giornali e vogliamo vedere degli atti, degli atti concreti, perché è con quelli che opera un governo e non con selfie o cose del genere», sostiene Alberto Perino, storico leader No Tav. Per partecipare alla marcia e al festival dell'Alta Felicità, la manifestazione ispirata alla cultura dello sviluppo sostenibile e all'opposizione alle grandi opere, sono arrivati da tutta Italia ma anche da Francia e Slovenia. «Fermarlo È Possibile. #Stoptav» è lo slogan della kermesse che attira in Valle di Susa anche sindaci e amministratori No Tav. Il direttore artistico è Andrea Bonadonna, leader del centro sociale torinese Askatasuna al quale sono stati appena revocati i domiciliari nell'ambito dell'inchiesta sugli scontri del Primo Maggio 2017 a Torino. Si mobilitano i No Tav, ma anche chi nella Torino-Lione vede una occasione di sviluppo per il Piemonte e non solo. Il governatore Sergio Chiamparino si dice pronto a indire un referendum, qualora il governo fermi i lavori. E lunedì gli industriali hanno convocato una conferenza stampa per ribadire che «il Piemonte che produce vuole la Torino-Lione». Il dibattito, insomma, resta aperto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero