Marcia No Tav in Val di Susa, divelte recinzioni; venti i denunciati

Da Venaus a Chiomonte, in Valle di Susa, «per guardare da vicino l'inutile sperpero di denaro pubblico che provoca il Tav». E ribadire il no alla Torino-Lione, nei...

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Da Venaus a Chiomonte, in Valle di Susa, «per guardare da vicino l'inutile sperpero di denaro pubblico che provoca il Tav». E ribadire il no alla Torino-Lione, nei giorni in cui la politica discute se fermarne o meno la realizzazione. «La Valle che resiste. No Tav» è lo striscione portato in corteo da un migliaio di manifestanti. Famiglie con bambini, ma anche anarchici e antagonisti insieme con gli storici oppositori alla nuova linea ferroviaria ad Alta Velocità, si sono avvicinati al cantiere «come non succedeva da tempo», superando gli sbarramenti delle forze dell'ordine. 

 


La "passeggiata", come definita dagli organizzatori, gli stessi del festival No Tav 'Alta Felicità' che si sta svolgendo proprio a Venaus, si è conclusa senza incidenti con le forze dell'ordine, che hanno denunciato una ventina di manifestanti per il danneggiamento delle barriere e per aver violato l'area nei pressi del cantiere. Da lì il ritorno a Venaus, patria del Movimento No Tav perché teatro, 13 anni fa, della battaglia che portò a cambiare il progetto della Torino-Lione. Oggi che l'aria sembra cambiata, con il governo giallo-verde pronto ad affidare ad una analisi costi-benefici la decisione se continuare o meno i lavori, l'atteggiamento tra chi da sempre si oppone a quest'opera non sembra cambiato. «Continuiamo ad essere vigili, attenti. Non ci fidiamo delle dichiarazioni sui giornali e vogliamo vedere degli atti, degli atti concreti, perché è con quelli che opera un governo e non con selfie o cose del genere», sostiene Alberto Perino, storico leader No Tav. Per partecipare alla marcia e al festival dell'Alta Felicità, la manifestazione ispirata alla cultura dello sviluppo sostenibile e all'opposizione alle grandi opere, sono arrivati da tutta Italia ma anche da Francia e Slovenia. «Fermarlo È Possibile. #Stoptav» è lo slogan della kermesse che attira in Valle di Susa anche sindaci e amministratori No Tav. Il direttore artistico è Andrea Bonadonna, leader del centro sociale torinese Askatasuna al quale sono stati appena revocati i domiciliari nell'ambito dell'inchiesta sugli scontri del Primo Maggio 2017 a Torino. Si mobilitano i No Tav, ma anche chi nella Torino-Lione vede una occasione di sviluppo per il Piemonte e non solo. Il governatore Sergio Chiamparino si dice pronto a indire un referendum, qualora il governo fermi i lavori. E lunedì gli industriali hanno convocato una conferenza stampa per ribadire che «il Piemonte che produce vuole la Torino-Lione». Il dibattito, insomma, resta aperto.​ Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero