Non ha partecipato «ad alcuna aggressione con l'intenzione di uccidere, ma al massimo ad una rissa», Albano Jakej, italiano di origine albanese, uno dei quattro...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il collegio, presieduto da Luigi Varanelli, si è riservato di decidere sull'istanza di annullamento dell'ordinanza di custodia cautelare e depositerà il provvedimento nei prossimi giorni. Secondo la difesa di Jakej, le dichiarazioni su quanto accaduto quel mattino messe a verbale da Bettarini, dalla sua fidanzata e da due suoi amici sono «contraddittorie» e lo sono, in particolare, per quanto riguarda le fasi precedenti all'aggressione a coltellate subita dal 19enne. Bettarini, infatti, come ricostruito dal difensore, ha raccontato che quando la sua fidanzata gli ha urlato che un suo amico «stava litigando con alcuni ragazzi», lui si è avvicinato al capannello di persone. Quell'amico, tuttavia, nel suo verbale non ha parlato di quella lite in cui sarebbe stato coinvolto. In più, sempre a detta del difensore, nessun altro testimone, oltre a Bettarini e alla sua fidanzata, ricorda di aver sentito quella frase «sei il figlio di Bettarini, ti ammazziamo» attribuita a Jakej. Il 23enne è accusato di tentato omicidio assieme a Davide Caddeo, che avrebbe materialmente sferrato le otto coltellate, Alessandro Ferzoco e Andi Arapi, tutti ancora in carcere (gli altri tre, però, non hanno presentato ricorso al Riesame). Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero