Un elicottero turistico, uno dei tanti che ogni giorno sorvola la Grande Mela, è caduto nelle acque dell'East River, a nord della Roosevelt Island, che separa Manhattan...
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Il proprietario dell'elicottero è il gruppo turistico Liberty. L'incidente è avvenuto poco dopo le 19 locali (mezzanotte in Italia). Alcuni testimoni oculari, che hanno postato foto e video sui social media, hanno riferito di aver visto l'elicottero rosso abbassarsi velocemente verso il bacino d'acqua schiantandosi e inabissandosi, dopo un incendio in coda.
Una valigia per apparecchi fotografici finita conto un pulsante di emergenza potrebbe essere tra le cause che hanno causato la caduta È quanto emerso dalle prime ricostruzioni dopo la testimonianza del pilota, unico sopravvissuto, Richard Vance. Secondo il NyPost il velivolo era stato noleggiato per un servizio fotografico e per questo volava con i portelloni aperti. I passeggeri non si sarebbero salvati a causa delle cinture di sicurezza allacciate troppo fermamente. Una ricostruzione provvisoria che apre a sua volte molti interrogatori sulle modalità con cui il sorvolo di New York era stato allestito.
Il pilota aveva inoltre lanciato un 'mayday'.
Immediati comunque i soccorsi, con l'arrivo di una piccola flotta di natanti e squadre di sommozzatori. Il mezzo era un Eurocopter AS350, un elicottero che può trasportare sino a sei persone. L'incidente è accaduto all'altezza della Gracie Mansion, la residenza ufficiale del sindaco della Grande Mela. Ad indagare sarà il National Transportation Safety Board. Il cielo di New York è costantemente sorvolato da elicotteri con a bordo turisti, businessman, controlli del traffico e team medici, e gli incidenti non sono rari.
L'8 agosto del 2009 un elicottero della stessa compagnia e sempre in volo su Manhattan fu coinvolto in un incidente che causò un maggior numero di morti: l'elicottero si scontrò con un aereo da turismo Piper finendo nel fiume Hudson. Nove le vittime, il peggior disastro aereo a New York dal 2001. Coinvolti tre americani che erano sul Piper, il pilota dell'elicottero e due famiglie bolognesi: i Norelli e i Gallazzi. A dividerli in Italia, una quindicina di chilometri di distanza, da un lato all'altro di Bologna. Insieme erano andati nella Grande mela, pretesto per festeggiare i 25 anni di matrimonio dei primi.
Dei secondi nessuno è più tornato a casa. Nel fiume Hudson sono finiti i cadaveri di Fabio Gallazzi, 49 anni, della moglie Tiziana Pedrone, 45, e del figlio Giacomo di sedici anni. Silvia Rigamonti invece non era salita sull' elicottero, per paura. E così ha visto morire il marito Michele Norelli di 52 anni e il figlio Filippo che avrebbe compiuto 17 anni qualche mese dopo. Un altro figlio era rimasto a Bologna. Allora alcuni testimoni dissero di aver visto il Piper virare di colpo come se avesse perso il controllo, volando in modo stranamente lento prima di colpire l' elicottero.
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Il Messaggero