Manette per chi inciterà al negazionismo o al genocidio: lo prevede la legge definitivamente approvata dall'Aula della Camera dopo una lunga 'navetta' con il...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La reclusione andrà da sei mesi a quattro anni per chi, in qualsiasi modo, istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Viene, quindi, vietata ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo che abbia tra i propri scopi l'incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi: chi vi parteciperà rischierà sei mesi a quattro anni di prigione, che passeranno da uno a sei anni per chi quelle associazioni promuove o dirige.
Viene quindi prevista nell'ordinamento penale la reclusione da 2 a 6 anni, nei casi in cui la propaganda, l'istigazione e l'incitamento si fondino «in tutto o in parte sulla negazione della Shoah o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l'umanità e dei crimini di guerra» come vengono definiti dallo Statuto della Corte penale internazionale.
«Una pagina storica» della storia parlamentare italiana: così il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, presente al dibattito e alla votazione alla Camera, ha commentato l'approvazione del disegno di legge. «Oggi, nell'aula della Camera, si è compiuto l'ultimo atto di uno straordinario impegno civico e culturale che ha visto protagoniste le massime istituzioni del nostro paese - ha commentato in una nota - Con il via libera al dispositivo che introduce una aggravante di pena per chiunque si renda responsabile di propaganda all'odio e di negazionismo della Shoah, l'Italia scrive infatti una pagina storica della sua recente vicenda parlamentare e dota il legislatore di un nuovo fondamentale strumento nella lotta ai professionisti della menzogna tutelando al tempo stesso, con chiarezza, principi irrinunciabili quali la libertà di opinione e di ricerca. Il ringraziamento va in particolare a tutti quei parlamentari che con inesauribile passione e impegno hanno fatto sì che questo risultato potesse essere raggiunto nei modi e nei tempi più adeguati». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero