Ha avuto contatti e rapporti d’affari con pregiudicati anche estranei alla sua cerchia familiare «come Guerino Casamonica del clan attivo a Roma», ma anche con...
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PROFITTI PER 8,6 MILIONI
I suoi rapporti, rivelano gli investigatori, sono molteplici e tra questi ci sono anche Valter Lavitola (ex direttore de L’Avanti coinvolto in varie inchieste) e Tarantini, al quale ha «offerto un lavoro in una sua cooperativa per fargli ottenere gli arresti domiciliari». Lo si legge nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Giusi Barbara nell’inchiesta della Dda e del Nucleo di polizia tributaria-Gico della Gdf di Milano. Stando alle indagini, soldi frutto di evasione fiscale, incamerati attraverso un sistema di false fatture, sarebbero stati investiti tra la Romania e Milano e sarebbero finiti in parte anche nelle casse della ‘ndrangheta. Tra gli arrestati (sei in carcere e due ai domiciliari) c’è Bruno Crea, cognato del presunto boss al vertice della ‘ndrina di Sinopoli San Procopio (Reggio Calabria), già condannato per associazione mafiosa. Anche ad Alvaro sarebbe arrivata parte dei soldi frutto di evasione fiscale. Il profitto dell’elusione ammonterebbe a circa 8 milioni e 600 mila euro, le accuse sono associazione per delinquere finalizzata a reati tributari anche aggravati dall’agevolazione mafiosa. L’organizzazione stava inoltre cercando di realizzare un’attività di smaltimento illecito dei rifiuti a Lazzate (Monza e Brianza).
IL BAR FREQUENTATO DAI CONSIGLIERI
Il sequestro del bar ha destato sconcerto e sorpresa nel quartiere.
Il Messaggero