BERLINO - Quel 10 giugno del 1944, mentre infuriava la Seconda guerra mondiale, i militari nazisti delle SS sono entrati nel villaggio francese di Oradour-sur-Glane per uccidere....
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Allora l'ex nazista aveva 19 anni. Un ragazzo, membro della terza compagnia del primo battaglione del quarto reggimento dei granatieri corazzati delle SS «Adolf Hitler». Addestrato per uccidere senza pietà. Secondo l'accusa i soldati hanno ricevuto l'ordine di sterminare centinaia di civili come rappresaglia per il rapimento di un comandante di battaglione. E per terrorizzare la popolazione e isolare la resistenza. Tutto è stato pianificato fin nei dettaglio. Dal mattino la cittadina è stata circondata dalle SS. Poi gli abitanti sono stati radunati nella piazza del mercato. Gli uomini, separati dalle donne e dai bambini, sono stati divisi in gruppi e radunati in quattro fienili, dove hanno trovato la morte sotto i colpi dei nazisti.
Tra questi c'era anche il tedesco oggi incriminato, le cui generalità non sono state rese note. Lo ha ammesso lui stesso, rifiutando però ogni responsabilità diretta nel massacro. Insieme a un altro mitragliere hanno scaricato i loro colpi mortali su uomini inermi, uccidendone 25. I sopravvissuti sono poi stati finiti con un colpo alla testa da altre SS, prima che i fienili venissero incendiati. Alle centinaia di donne e bambini del villaggio non è stata riservata una sorte migliore. Radunati in una chiesa, sono stati bersagliati con granate ed esplosivi da membri della terza compagnia. Quella del tedesco oggi incriminato.
Alla fine del massacro anche la chiesa, con tutti i corpi delle vittime e i pochi sopravvissuti, è stata data alle fiamme.
Il Messaggero