Nazismo, procura tedesca incrimina 88enne per una strage con 642 vittime: 207 erano bimbi

Nazismo, procura tedesca incrimina 88enne per una strage con 642 vittime: 207 erano bimbi
BERLINO - Quel 10 giugno del 1944, mentre infuriava la Seconda guerra mondiale, i militari nazisti delle SS sono entrati nel villaggio francese di Oradour-sur-Glane per uccidere....

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BERLINO - Quel 10 giugno del 1944, mentre infuriava la Seconda guerra mondiale, i militari nazisti delle SS sono entrati nel villaggio francese di Oradour-sur-Glane per uccidere. Dopo il loro passaggio i sopravvissuti hanno contato 642 vittime. Giustiziate con un colpo alla testa, mitragliate, dilaniate, bruciate vive. Tra loro 254 donne e 207 bambini, il più piccolo di un mese. Oggi, a quasi settant'anni da quell'orrore, in Germania la procura di Dortmund ha incriminato un 88enne sospettato di aver partecipato al massacro. Il pensionato originario di Colonia, secondo gli investigatori della procura, è direttamente responsabile della morte di 25 persone e ha partecipato all'uccisione di altre centinaia di uomini, donne e bambini.




Allora l'ex nazista aveva 19 anni. Un ragazzo, membro della terza compagnia del primo battaglione del quarto reggimento dei granatieri corazzati delle SS «Adolf Hitler». Addestrato per uccidere senza pietà. Secondo l'accusa i soldati hanno ricevuto l'ordine di sterminare centinaia di civili come rappresaglia per il rapimento di un comandante di battaglione. E per terrorizzare la popolazione e isolare la resistenza. Tutto è stato pianificato fin nei dettaglio. Dal mattino la cittadina è stata circondata dalle SS. Poi gli abitanti sono stati radunati nella piazza del mercato. Gli uomini, separati dalle donne e dai bambini, sono stati divisi in gruppi e radunati in quattro fienili, dove hanno trovato la morte sotto i colpi dei nazisti.



Tra questi c'era anche il tedesco oggi incriminato, le cui generalità non sono state rese note. Lo ha ammesso lui stesso, rifiutando però ogni responsabilità diretta nel massacro. Insieme a un altro mitragliere hanno scaricato i loro colpi mortali su uomini inermi, uccidendone 25. I sopravvissuti sono poi stati finiti con un colpo alla testa da altre SS, prima che i fienili venissero incendiati. Alle centinaia di donne e bambini del villaggio non è stata riservata una sorte migliore. Radunati in una chiesa, sono stati bersagliati con granate ed esplosivi da membri della terza compagnia. Quella del tedesco oggi incriminato.



Alla fine del massacro anche la chiesa, con tutti i corpi delle vittime e i pochi sopravvissuti, è stata data alle fiamme. A questo secondo, inumano eccidio, l'allora 19enne avrebbe partecipato solo marginalmente, sorvegliando la zona e «portando materiale esplosivo alla chiesa», scrive la corte. Il caso, noto, è arrivato a una richiesta d'imputazione oggi dopo una rivisitazione di documenti già esaminati in passato. Sono stati gli uomini della procura di Dortmund a ritornare sull'eccidio alla caccia dei responsabili. Proprio a Dortmund ha sede la centrale del Land del Nordreno-Vestfalia responsabile delle indagini sugli eccidi nazionalsocialisti. Vista la giovane età al momento della strage, sarà una corte minorile del tribunale penale provinciale di Colonia, ora, a decidere entro alcune settimane se l'ex nazista pensionato dovrà finire a giudizio. Dopo settant'anni.
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Il Messaggero