Sarà affidato ad un ammiraglio a bordo di una Fremm, una delle sofisticate fregate di cui si è da poco dotata la Marina militare, il comando della nuova missione...
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Ancora in queste ore al ministero della Difesa stanno definendo le ultime questioni, alcune delle quali sono particolarmente delicate: le regole d'ingaggio, la catena di comando (a chi risponderanno le navi italiane?), il trattamento dei migranti eventualmente 'respintì, le misure a tutela dei nostri militari. Quello che è certo, come hanno confermato fonti di Governo all'ANSA, è che verranno impiegati gli assetti - in tutto o in parte - dell'operazione Mare Sicuro. Si tratta di una missione nazionale avviata nel marzo 2015 con compiti di sorveglianza e sicurezza marittima «in seguito all'aggravarsi della minaccia terroristica». Mare Sicuro opera in un'area di circa 160.000 chilometri quadrati, nel Mediterraneo centrale e a ridosso delle coste libiche.
Vi partecipano attualmente 5 navi, cinque aerei, elicotteri, un paio di sommergibili e circa 700 militari. Si tratta di un dispositivo comandato da una Fregata europea multi missione - attualmente la Fremm Margottini, che però verrà presto rimpiazzata dall'Alpino nell'ambito della normale turnazione - composto da un'altra fregata e alcuni pattugliatori, ma che potrebbe essere integrato con altri assetti particolarmente utili per il contrasto ai trafficanti. Ad esempio alcuni droni, gli aerei senza pilota, oppure la tecnologica nave-spia Elettra, che è in grado di raccogliere informazioni intercettando segnali radar e radio. Della missione libica faranno parte anche uomini del reggimento e team del Comsubin, le forze speciali della Marina. Nel porto di Tripoli, inoltre, è già presente un pattugliatore della Guardia di Finanza che fornisce assistenza e addestramento agli equipaggi delle motovedette che l'Italia ha ceduto alla Guardia costiera libica ed un'altra nave della Marina è alla fonda a Misurata, dove un contingente italiano gestisce e fornisce sicurezza a un ospedale da campo dove vengono curati i combattenti libici feriti negli scontri contro l'Isis. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero