È stallo nel porto di Catania per nave Diciotti, l'imbarcazione della Guardia costiera approdata ieri sera poco prima di mezzanotte con a bordo 177 profughi, quasi...
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Per nave Diciotti il Viminale ha concesso solo lo scalo tecnico per i rifornimenti, e la motonave è sorvegliata dalle forze dell'ordine sul molo di Levante. «O l'Europa inizia a fare sul serio difendendo i suoi confini e ricollocando gli immigrati, oppure inizieremo a riportarli nei porti da dove sono partiti.
Nel mirino di Salvini c'è sempre La Valletta «dopo i racconti di alcuni immigrati che hanno raccontato di essere stati intercettati dai maltesi, e accompagnati verso l'Italia e poi abbandonati. Prima di chiedere lo sbarco dalla Diciotti, - afferma il ministro - forse sarebbe meglio alzare il telefono e chiedere spiegazioni a Bruxelles e agli altri governi europei». Dopo la Procura di Agrigento che da ieri indaga per capire chi ha portato i migranti verso l'Italia, dato che dai primi interrogatori si parla di maltesi, oggi anche i magistrati di Catania hanno aperto un fascicolo sull'arrivo di nave Diciotti. Sul ponte della nostra motonave ci si prepara a passare la sesta notte all'addiaccio mentre si fa sentire, finora invano, il pressing delle ong. Le persone a bordo, ha detto la portavoce dell'Unhcr Carlotta Sami, «hanno subito abusi, torture, sono vittime di tratta e traffico di esseri umani. Hanno bisogno urgente di ricevere assistenza e diritto a chiedere asilo. Un diritto fondamentale, non un crimine».
E i Medici senza frontiere, con Save the children, esortano «le autorità italiane a concedere rapidamente lo sbarco in modo da poter prestare le cure» e ricordano che «a bordo ci sono minori, donne, persone che sono state anche un anno e mezzo nei centri di detenzione in Libia: è inammissibile negare per un periodo così lungo l'assistenza a queste persone e ai bambini». «La mancata autorizzazione allo sbarco, con la conseguente impossibilità di valutare le singole situazioni, appare ancor più critica visto che la maggior parte dei migranti - ha detto Mauro Palma, il Garante delle persone detenute o private della libertà - è di nazionalità eritrea, e dunque in evidente bisogno di protezione internazionale». Don Ciotti di Libera e gruppo Abele, con Pax Christi e la Fondazione Migrantes, chiede una mano tesa, subito. «Ben venga la ricerca di accordi vincolanti a livello continentale, ma intanto le persone si soccorrono e si accolgono. È questo il dovere della politica, ma è anche il compito di un popolo che ha dimostrato tante volte la sua vocazione all' ospitalità», conclude la nota congiunta. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero