Di terracotta o di cartapesta, con le statue dei protagonisti dell'attualità, dallo sport alla politica, ai Re Magi viventi che si recano in processione alla stalla del...
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Qui il direttore della scuola elementare Anna Frank ha negato il permesso di realizzare il presepe nell'atrio e nelle aree di pertinenza dell'istituto. I motivi? «Per una questione di sicurezza, per motivi di organizzazione - ha spiegato a genitori e docenti il dirigente scolastico Piero Bottale - e anche per rispetto della cultura di tutti». Una decisione simile a quella presa dal dirigente dell'istituto De Amicis di Bergamo, Luciano Mastrorocco, per il quale «la scuola pubblica è di tutti e non va creata alcuna occasione di discriminazione». Perchè, ha sostenuto, «accendere un focus cerimoniale e rituale può risultare soverchiante per qualcuno».
Apriti cielo: i genitori delle due scuole hanno annunciato raccolte firme, assemblee e altre iniziative per «far crescere i figli secondo il nostro credo». Anche la politica si è mobilitata. «Impedire la realizzazione di un presepe in una scuola è un atto che reputo privo di ragioni», ha detto il sottosegretario all'Istruzione, Gabriele Toccafondi. E via così un lungo elenco di dichiarazioni, equamente suddivise tra presepe sì e presepe no. Sul tema, oggi, è tornato tra gli altri il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini: «Ci risiamo. Ecco un altro geniale preside anti-presepe», ha detto commentando la notizia che in un'altra scuola, dopo quella di Bergamo, il presepe era stato vietato. «Ma come si fa a vergognarsi - ha aggiunto - di un simbolo di gioia, di festa e di pace?». Chi di certo non se ne vergogna è l'europarlamentare leghista Mario Borghezio, che ha allestito un presepe al Parlamento di Bruxelles. «Un messaggio rivolto a tutti - ha sostenuto - qualche sia il loro credo religioso, contrariamente a quanti ritengono nella loro ignoranza di doverlo proibire perchè fattore di esclusione». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero