Una corsa disperata al pronto soccorso in preda a una emorragia, l’unica tac in dotazione rotta da giorni per un pezzo di ricambio da sostituire e l’inizio di...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
I poliziotti del vicequestore Pasquale Toscano hanno ascoltato i parenti, a cominciare dalla moglie e hanno annotato orari e percorsi fatti il 31 dicembre e il pomeriggio del 2 gennaio nella spola tra i due ospedali della Na2 Nord.
Le lancette dell’orologio di questa terribile storia – le cui responsabilità sono tutte da chiarire – iniziano a scorrere nel tardo pomeriggio del 31 dicembre. Secondo quanto riferito dai familiari, il 41enne ha la febbre, con scariche violente di diarrea e vomito verdastro. Emanuela gli consiglia di andare nel vicino ospedale di Pozzuoli, dove viene visitato e sottoposto alla somministrazione di una flebo con antipiretico che gli fa abbassare la temperatura corporea e soprattutto lo reidrata. Sembrano i sintomi di una banale influenza. Gianluca resta in osservazione poco più di un’ora e poi firma le dimissioni volontarie. Si sente meglio. Esce dall’ospedale con le proprie gambe. Ma, una volta a casa, il giovane e brillante manager della Bmw avverte di nuovo quei fastidi allo stomaco e, soprattutto, una forte emicrania.
La situazione precipita nel giro di 36 ore. Dalla mattina del 2 gennaio il 41enne continua ad accusare dolori lancinanti a stomaco e testa. Vomita più volte. Perde conoscenza e a quel punto, siamo intorno alle 17.50, la moglie chiama disperata il 118 e chiede l’intervento dell’ambulanza. Intorno alle 18 c’è l’ingresso al pronto soccorso di Pozzuoli: i medici decidono di sottoporlo ad una tac allo stomaco, ma il macchinario della Radiologia, l’unico in dotazione nell’ospedale più grande dell’Asl con un milione di abitanti è guasto. Rotto da alcuni giorni per colpa di un pezzo di ricambio (e rimasto in panne fino alle 17 di ieri pomeriggio). A quel punto il paziente viene trasferito in ambulanza con medico a bordo al San Giuliano di Giugliano per la tac e dall’esame strumentale emerge un quadro che avrebbe convinto i medici a riportarlo a Pozzuoli: a differenza di Giugliano lì c’è il reparto di neurochirurgia. Una corsa contro il tempo. In ambulanza tra i due nosocomi che distano 27 chilometri l’uno dall’altro. A Pozzuoli Gianluca Forestiere arriva in fin di vita intorno alle 21.30, quando sopraggiunge l’arresto cardiaco. Poi il buio, la disperazione, il dramma di una intera famiglia che ora chiede giustizia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero