Agguato di camorra a Ponticelli: il boss Solla è morto in ospedale

Un regolamento di conti, la punizione per una «alzata di testa» in un’area dove il potere del clan è ancora forte. Si parte da questa ipotesi per...

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Un regolamento di conti, la punizione per una «alzata di testa» in un’area dove il potere del clan è ancora forte. Si parte da questa ipotesi per ricostruire il movente dietro l’omicidio avvenuto nel primo pomeriggio di ieri a Ponticelli, a pochi passi dall’Ospedale del Mare.

 
Manca un quarto d’ora alle 14, c’è ancora la luce del sole. Giovanni Ardu, 42 anni, è con Salvatore Solla, 63 anni. Il più giovane ha dei precedenti per reati contro il patrimonio, l’altro invece è pregiudicato per estorsione, usura, violazioni in materia di stupefacenti. Sono in auto, in viale Decio Mure Console Romano, a pochi passi dall’Ospedale del Mare. Sono nel Lotto O, il feudo del clan De Micco. Forse stanno aspettando qualcuno. La dinamica resta ancora da chiarire, ci penseranno nelle prossime ore gli investigatori della Squadra Mobile di Napoli, coordinati dal dirigente Fausto Lamparelli. Certo è che qualcuno, forse a bordo della minicooper ritrovata a poca distanza con la carrozzeria bucata da due proiettili, si avvicina alla vettura dove ci sono i due, punta una semiautomatica nell’abitacolo e spara. Forse, questa una delle ipotesi al vaglio, c’era un appuntamento che poi si è rivelato una trappola. Il sicario preme il grilletto numerose volte, verranno poi rinvenuti undici bossoli. Ardu viene centrato da quattro colpi che lo feriscono alle gambe e a un polso, le pallottole non ledono punti vitali. Solla, invece, muore nell’ospedale Villa Betania, nonostante un'operazione chirurgica d’urgenza: sei proiettili lo hanno raggiunto in pieno torace.
 

Sul posto arrivano le volanti del commissariato Ponticelli che avviano le indagini, supportati dagli esperti della Scientifica che si occupano dei rilievi sulla strada e nell’automobile. Solla in passato era ritenuto vicino al sodalizio dei De Luca – Bossa ma attualmente né lui né Ardu risultano legati alla malavita organizzata. Le modalità del ferimento, però, portano gli investigatori a ritenere che quella tentata esecuzione porti la firma della camorra. Si indaga quindi sul presente e sul recente passato dei due, per scoprire un movente che potrebbe essere il tentativo di mettersi in proprio, di imbastire un business criminale senza il placet di chi controlla l’illecito nella zona.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero