L'inchiesta della magistratura maltese, aperta sulla base delle rivelazioni della giornalista uccisa Daphne Caruana Galizia, ha scagionato il premier Joseph Muscat, la moglie...
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L'INDAGINE
L'inchiesta ha dimostrato che non c'è alcuna prova di corruzione a carico dei Muscat e del loro entourage e che l'intera accusa si fonda su documenti falsificati o su informazioni manipolate. In particolare per quanto riguarda i documenti di proprietà della società ed il pagamento di 1,017 milioni di dollari dall'Azerbajgian sul conto della Egrant a Dubai. L'indagine venne aperta su richiesta dello stesso primo ministro dopo la rivelazioni di Caruana Galizia sulla base dei documenti emersi tra i Panama Papers. La gionalista, che aveva parlato con l'ex funzionaria della Pilatus Bank, la russa Maria Efimova, aveva sostenuto che i documenti provavano che la vera proprietà della Egrant era della moglie di Muscat. Il magistrato ha tra l'altro concluso che le testimonianze, comprese quella della stessa Caruana Galizia ascoltata pochi mesi prima della morte, sono «totalmente contraddittorie» e che le firme della moglie di Muscat - analizzate dalla società indipendente britannica Forensic Document Analysts Keyforensic Services Ltd - si sono rivelate falsificate. L'inchiesta ha ottenuto informazioni dal Panama, dal Belgio, dagli Emirati arabi uniti, dalla Germania, dagli Usa ed ha impiegato una lunga serie di consulenti indipendenti per l'analisi tecnica e legale delle accuse e delle prove di quello che ora appare come un falso dossier costruito a tavolino. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero