Massacro di innocenti a Mosul, mentre attorno alla città, la "capitale" irachena del Califfato, infuria la battaglia. I jihadisti dell'Isis hanno giustiziato...
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Diverse fonti hanno detto all'Ansa che questo massacro è «atipico», perché l'Isis - come denunciato ieri dall'Onu - sta rastrellando civili in tutti i sobborghi della città per utilizzarli come scudi umani. «Potrebbe trattarsi di un messaggio al resto della popolazione, oppure una vendetta per il gran numero di jihadisti uccisi nelle ultime 48 ore di offensiva curdo-irachena su Mosul», ha riferito una fonte informata. Impossibile avere una conferma indipendente: Mosul è la roccaforte dell'Isis, nessuno entra. E chi è riuscito a fuggire nelle scorse settimane o nelle ultime ore ha perso ogni contatto con i propri familiari e amici. I jihadisti hanno da tempo avviato una vera e propria caccia alle streghe: nel mirino i cellulari, le linee telefoniche, i ripetitori. Che Abu Bakr al Baghdadi sia deciso a condurre questa battaglia fino alla morte si era capito da tempo. Resta da capire se l'offensiva dei Peshmerga e delle Forze speciali irachene abbia minato il gruppo terroristico al proprio interno: circolano con insistenza voci di divisioni tra le varie fazioni di Mosul, che sfocerebbero sempre più spesso in ostilità aperte e persino in conflitti a fuoco. Ma Mosul è ancora lontana. Per monitorare l'avanzata da vicino è arrivato a Baghdad anche il capo del Pentagono, Ash Carter.
L'offensiva lanciata due giorni fa segna il passo.
Il Messaggero