«Non abbiamo fretta di arrivare a Mosul». Le parole del portavoce dell'offensiva irachena, il generale Yahya Rasul, danno l'idea delle difficoltà ad...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La battaglia si svolge ancora in villaggi e zone rurali lontane dalla città, da oltre due anni 'capitalè dello Stato islamico in Iraq. Quando i combattimenti arriveranno nel centro cittadino, le distruzioni e le perdite umane, comprese quelle di civili, potrebbero assumere dimensioni catastrofiche. Anche se, secondo quanto ha precisato un altro generale iracheno, Talib Shaghati, il numero stimato dei jihadisti trincerati in città non è superiore ai 6.000. E intanto, una densa nuvola di fumo avvolge la campagna a sud di Mosul, a causa degli incendi appiccati da miliziani jihadisti ad alcuni pozzi di petrolio della zona. Mentre gli Usa temono che i miliziani dell'Isis possano ricorrere all'uso di armi chimiche rudimentali. La prima preoccupazione delle forze lealiste, ha sottolineato il generale Rasul, è quella di «preservare la vita dei civili, le loro proprietà e le infrastrutture di Mosul». In questo quadro, oggi l'organizzazione umanitaria Save the Children ha detto che circa 5.000 persone, in gran parte donne e bambini, sono fuggite dalla città negli ultimi giorni e, dopo aver attraversato il confine, si sono rifugiati in condizioni a dir poco precarie nel campo di Al Hol, nel nord-est della Siria.
Secondo l'Onu, comunque, si tratterebbe di una prima avanguardia di quell'esercito di centinaia di migliaia di civili che potrebbero fuggire dai combattimenti nelle prossime settimane. Il generale Rasul ha precisato che da quando è cominciata l'offensiva, lunedì, le milizie curde dei Peshmerga, che avanzano da est, hanno conquistato nove villaggi, mentre la 9/a Divisione dell'esercito, che procede da sud, ne ha ripresi 18 e circondato la città di Qaraqosh, 35 chilometri a sud-est di Mosul. E proprio quella per la riconquista di Qaraqosh, da cui decine di migliaia di cristiani furono costretti a fuggire nell'agosto del 2014, si preannuncia come una battaglia decisiva per l'avanzata delle truppe di Baghdad verso Mosul.
Ma la resistenza degli uomini del 'Califfatò è accanita.
Il Messaggero