Morti in corsia, intercettazione choc: un farmaco per «rendere innocuo il nonno»

Morti in corsia, intercettazione choc: un farmaco per «rendere innocuo il nonno»
«Il miscuglio per Adriana», un farmaco per «rendere innocuo il nonno» e una dose «per sempre» per la zia. Sono le tre conversazioni, secondo...

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«Il miscuglio per Adriana», un farmaco per «rendere innocuo il nonno» e una dose «per sempre» per la zia. Sono le tre conversazioni, secondo gli atti, che potrebbero evidenziare la volontà dell'infermiera Laura Taroni e del medico Leonardo Cazzaniga - arrestati per l'omicidio in concorso del marito di lei e per quattro morti in corsia solo per il professionista all'ospedale di Saronno - di abusare nel somministrare farmaci ad ignari familiari della donna, forse con l'intento di uccidere.


Nel giugno 2016 la coppia viene intercettata mentre discute della possibilità di mescolare due medicinali da somministrare all'anziana sorella della nonna paterna della Taroni. L'infermiera intercettata dice: «Eh scusa, deve finirla eh di rompere la...le riempio la boccetta del talofen di Entumin» e Cazzaniga le risponde «sai che può succedere che casca» e la Taroni Ribatte «si ma può anche succedere che non si sveglia più? (...) e oh se casca amen». Il compagno le domanda «ma poi sei sicura di poter gestire come vuoi tu i tuoi nonni? Nei sei certa?». Taroni risponde «Il nonno lo faccio interdire il giorno dopo! (...) No nel senso? il nonno lo rendo innocuo il giorno dopo».

I primi di luglio dell'anno precedente la coppia aveva già discusso del nonno, come si evince da una frase di Cazzaniga intercettato «per renderlo innocuo va benissimo l'Entumin». Nel maggio del 2015, invece, fu la sorella del suocero della Taroni a finire oggetto di una conversazione tra medico e infermiera circa la somministrazione di un farmaco «in che senso una volta sola? - domanda Cazzaniga a Taroni -. Cosa vuol dire una volta sola, amore mio, spiegati», lei risponde «una e per sempre», il medico le risponde «Ah...! Ho capito...una tantum, sì, ho capito...no, no, non fare cazzate, eh!.» Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero