Allarme del Vaticano, cardinal Montenegro: «A Lampedusa e in tutta la Sicilia situazione è al collasso»

Allarme del Vaticano, cardinal Montenegro: «A Lampedusa e in tutta la Sicilia situazione è al collasso»
CITTA' DEL VATICANO - «La situazione è al limite, non solo a Lampedusa ma in tutta la Sicilia». A lanciare l'allarme sul rischio di collasso delle...

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CITTA' DEL VATICANO - «La situazione è al limite, non solo a Lampedusa ma in tutta la Sicilia». A lanciare l'allarme sul rischio di collasso delle strutture di accoglienza per gli immigrati è il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e consigliere ombra di Papa Francesco sul fronte dell'immigrazione. «In questo momento, man mano che avvengono gli sbarchi, le persone vengono spalmate un po' ovunque. Naturalmente vengono portate anche a Lampedusa, dove c'è un sovrannumero nel centro di identificazione. Ma la situazione è tale anche altrove. Scoppia la Sicilia come anche la Lombardia».


E' preoccupato?
«Penso che occorra organizzarsi meglio. Il governo deve darsi da fare, ma soprattutto è l'Europa che deve prendere atto di quello che sta accadendo. L'Europa purtroppo è sorda. L'Italia sta facendo tanto. Bisogna dare il massimo anche se i massimi sono i minimi rispetto al numero delle persone che arrivano e che non si possono fermare».

Eminenza qualcuno pensa che sui barconi potrebbero arrivare dei terroristi...
«Non credo sia corretto insinuare qualcosa che finisce per alimentare la paura. Il rischio potrebbe esserci, ma i terroristi potrebbero benissimo arrivare su degli aerei, con un regolare visto turistico. Non credo che i terroristi prenderebbero solo la strada dei barconi e dei viaggi della morte nel Mediterraneo».

Cosa è rimasto del viaggio simbolo a Lampedusa fatto dal Papa tre anni fa?
«Qualcosa nella mentalità generale è cambiata. La venuta del Papa su quell'isola, porta dell'Europa, ha fatto riflettere e aprire gli occhi, depotenziando certi stereotipi. Prima il problema immigrazione era solo di qualcuno, ora è il problema di tutti».

E' possibile governare il fenomeno?
«Se sapremo trovare il coraggio e la volontà di cambiare la realtà, senza farci inseguire da essa, non ne resteremo schiacciati ma, anzi, riusciremo a prendere in mano il volante per gestire questo flusso. Purtroppo si discute, si discute e intanto i morti aumentano. Le soluzioni non si trovano, la gente scappa».

Il Mediterraneo è una tomba liquida...
«Ormai sono 25mila e più le persone accertate che sono morte nel tentativo di attraversarlo a cui vanno aggiunte tutte quelle di cui non sappiamo. E continuano ad aumentare. Nel Mar Egeo sono morti più di mille bambini in un anno. La nostra emozione deve diventare commozione e la commozione tradursi in azione. Se ci si ferma all’emozione, la storia non va avanti».

Slovenia e Ungheria stanno costruendo muri...

«Nessun muro ha mai retto. Noi pensiamo di inventare qualcosa di nuovo ma stiamo riproponendo il vecchio che è stato fallimentare fino ad ora. Insomma, siamo già sconfitti. Alzare dei muri è alzare bandiera bianca davanti ad una realtà più grande di noi. Qualche volta ho detto che Ue, Unione europea, si può anche leggere ‘unione degli egoismi’ e tanti egoismi insieme non fanno unione.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero