È sabato mattina, sono le 8.34, e Monaco rivive attimi di vera paura. Un uomo armato di coltello, probabilmente psicolabile, colpisce i passanti alla rinfusa e poi scappa....
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Più probabile la malattia psichica, viene spiegato. Ad agevolare gli inquirenti, che hanno subito aperto una caccia all'uomo con ampio dispiegamento di forze e impiego di elicotteri per sorvolare fra l'altro la Rosenheimer Platz, cuore dell'azione, proprio al centro della città, l'identikit postato da un testimone sul web. Una volta divulgato, si cerca per qualche ora un uomo sulla quarantina, capelli chiari, figura corpulenta, con giacca verde e pantaloni grigi, uno zaino e un materassino arrotolato in sella alla sua bicicletta nera. La descrizione aiuta le ricerche, e così gli agenti della Sek (unità commando speciale) riescono a intercettare il fuggiasco, e a prenderlo, disinnescando la minaccia, che aveva indotto a chiedere ai residenti di restare chiusi in casa. «Non c'è più pericolo», viene detto dopo le 14.
È ammirevole la reazione della città. È ancora fresca la memoria del cosiddetto «Amoklaufer», il killer seriale, che seminò il panico a Monaco nel luglio 2016, sparando contro nove persone, per lo più migranti. E la Germania ha i nervi tesi per l'allarme terrorismo, sempre molto alto. Ma la reazione della cittadinanza è stata molto composta, la gente non si è lasciata prendere dal panico, come ha rilevato anche il capo della polizia, sottolineando che il contegno della gente è stato importante anche per agevolare il lavoro delle forze dell'ordine. Eppure i tedeschi sono ancora scottati dall'attentato al mercatino di Natale di Berlino, dove il 19 dicembre scorso, il tunisino Anis Amri ha travolto la folla con un camion, uccidendo 12 persone. Ma reagiscono col sangue freddo.
Il Messaggero