Ha suscitato un vespaio di polemiche il libro Conversazione a Molenbeeek, dell'italiana Annalisa Gadaleta (al centro nella foto), dal 2012 assessore verde all'istruzione...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Caricaturale», «stigmatizzante», «maldestro» sono gli aggettivi più gentili su alcuni media belgi. E anche all'interno del suo partito non sono mancate tensioni e accuse. Nel mirino, alcuni passaggi del libro come quella in cui Gadaleta descrive la tendenza degli uomini marocchini di sposarsi con donne fatte arrivare dal Paese d'origine, a suo parere per poter esercitare un maggior controllo su di loro rispetto alle donne nate in Belgio. «Cliché razzisti e islamofobi» secondo il capogruppo socialista in consiglio comunale Jamal Ikazban. Gadaleta si è difesa su Facebook: «Non possiamo negare che c'è un problema di ripiegamento identitario. Per dare risposte giuste ai problemi di Molenbeek, serve una diagnosi onesta e senza tabù anche se dolorosa».
Il piccolo comune di Molenbeek-Saint-Jean, nell'hinterland di Bruxelles, è finito sotto i riflettori di tutti i media del mondo come il quartiere da cui provenivano quasi tutti i terroristi arabi che hanno colpito a Parigi nel 2015 e in Belgio nel 2016. Nella popolazione c'è una fortissima presenza musulmana: circa il 40% degli abitanti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero