Modena, stupro di branco a una sedicenne: denunciati cinque studenti

Modena, stupro di branco a una sedicenne: denunciati cinque studenti
MODENA - L'hanno convinta a bere, a una festa in casa tra amici adolescenti, per poi approfittare, a turno, di lei. Vantandosi dell'impresa. Cinque studenti di scuola...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
MODENA - L'hanno convinta a bere, a una festa in casa tra amici adolescenti, per poi approfittare, a turno, di lei. Vantandosi dell'impresa. Cinque studenti di scuola superiore modenesi, tutti incensurati e come si usa dire «di buona famiglia», sono stati denunciati a piede libero dai Carabinieri con l'accusa di violenza sessuale di gruppo aggravata. I cinque - quattro 18enni e un 17enne - sono stati raggiunti dal provvedimento, nei giorni scorsi, sulla scorta della querela presentata dalla ragazza, appena 16enne, finita al centro delle loro «attenzioni». Una querela, spiega l'Arma, alla quale hanno fatto seguito tutti gli accertamenti investigativi del caso e le visite mediche, «che hanno dato un preliminare riscontro circa la fondatezza delle accuse» mosse nei confronti dei giovani dalla ragazzina. Peraltro loro amica. In base alla ricostruzione compiuta grazie al racconto fatto dalla giovane - accompagnata nella caserma dei carabinieri dalla madre - e in parte confermato da alcuni testimoni sentiti successivamente, la violenza si sarebbe consumata durante una festa in casa tra adolescenti. Dopo averla spinta a bere diversi drink alcolici, i cinque amici «l'avrebbero poi trascinata e chiusa in bagno dove, alternandosi tra loro mentre uno faceva il 'palò alla porta, l'avrebbero costretta ad atti e rapporti sessuali completi». Atti, per i cinque, di cui vantarsi. Consumata la violenza, infatti, i giovani si sarebbero comportati come se nulla fosse mostrando, così hanno ricostruito i carabinieri in una nota, «un atteggiamento di scherno nei confronti della ragazza violentata», pavoneggiandosi «della loro impresa con gli altri amici». Valutati gli atti, la Procura della Repubblica di Modena e quella dei Minori di Bologna hanno notificato un'informazione di garanzia ai quattro 18enni e al 17enne sottoposti, ieri pomeriggio, all'esame del Dna. In caserma, dove sono giunti accompagnati dai genitori e dai loro difensori, ai cinque studenti modenesi è stato prelevato il Dna mediante tampone salivare. I risultati del tampone saranno trasmessi ai Ris di Parma, così da confrontarli con le tracce biologiche presenti sulla biancheria della sedicenne, che i carabinieri hanno già repertato e sottoposto a sequestro. L'esito dell'esame sarà importante anche per lo sviluppo di un eventuale processo. La violenza sessuale di gruppo aggravata è un reato punito con pene che vanno dai 6 ai 12 anni di reclusione.






IL SINDACO. «In questa vicenda, che voglio ritenere isolata insieme al dramma della vittima e delle famiglie coinvolte, ciò che più mi ferisce è la mancanza di solidarietà tra i ragazzi, gli altri amici e le altre amiche che sapevano e non hanno impedito quanto stava accadendo. Non si tratta di colpevolizzare i ragazzi, ma di rilevare una pericolosa carenza di strumenti culturali e di senso di responsabilità sulla quale tutti dobbiamo interrogarci». Il sindaco di Modena Giorgio Pighi è intervenuto, con queste parole, sul caso della 16enne modenese violentata da cinque amici durante una festa. «Non basta la condanna, ovviamente scontata. È l'estrema fragilità dei rapporti umani che ci deve preoccupare, far riflettere e soprattutto indurre ad operare affinchè crescano consapevolezza e rispetto della persona. Poco importa che, come si legge oggi sulle cronache, non ci siano tracce di botte o lividi. Anche l'aver approfittato di una situazione che rende più facile abusare di una persona che si credeva in un ambiente protetto, come i giovani sono soliti considerare i contesti amicali, è altrettanto grave. Sottintende un'inquietante difficoltà a distinguere tra ciò che è bene e ciò che è male». «Il Comune di Modena - conclude il Sindaco - cercherà in ogni modo di essere vicino alla vittima ed alla sua famiglia con gli strumenti ed i percorsi che abbiamo creato in questi anni insieme alle associazioni femminili, alle strutture sanitarie, alle forze dell'ordine e alla magistratura».
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero